mercoledì 15 aprile 2015

The Rover

di David Michòd

con: Guy Pearce, Robert Pattinson, Tawanda Manymo, Scott McNairy, David Field.

Australia, Usa (2014)




















Non è mai facile bissare il successo di un'opera prima ispirata e anomala; non è facile sopravvivere alla prima scintilla che trasforma un cineasta imberbe in una giovane promessa e poi (forse) in un vero autore; e nell'ambito del cinema indipendente, tale "maledizione" si manifesta sovente; purtroppo, l'australiano David Michòd non fa eccezione. Svanito l'eco del sorprendente  "Animal Kingdom" (2010), si ritrova di nuovo in coppia con Guy Pearce per un progetto ancora più ambizioso: un western post-apocalittico minimalista; ma il risultato non riesce.


Michòd azzecca pienamente il tono lento e a tratti crepuscolare; il pellegrinaggio del "vagabondo" protagonista (Pearce) e del suo strambo compagno Rey (Pattinson) verso la sua vettura rubata è scandito in modo pacato e meditabondo, sottraendo enfasi ad ogni azione, dilatando la tempistica di ogni scena per raggiungere uno stato narrativo quasi ipnotico, perfetta controparte del mondo devastato e polveroso in cui i due personaggi si muovono.
Laddove l'autore inciampa è nella storia; la sceneggiatura lavora troppo di sottrazione nel delineare i due antitetici caratteri dei protagonisti; troppo silenzioso il vagabondo, la cui rabbia viene mal giustificata da un monologo sin troppo didascalico e da un colpo di scena finale troppo ridicolo. Troppo vuota è la caratterizzazione del "day after" nel quale si muove, una post-società regredita ai caratteri essenziali che troppo si adagia sul canone estetico di "The Road" (2009).


Il mondo di "The Rover" non ha nulla di originale, riprendendo pari pari tutti i topoi del post-apocalittico moderno, ossia limitandosi ad impolverare e rendere più lercio quanto ci sia di più quotidiano possibile. Paga semmai il lavoro di sottrazione fatto in sede di messa in scena, dove i grandi spazi vengono confinati in inquadrature strettissime, a misura di personaggio.
Scelta che tuttavia si rivela schizofrenica data la basicità delle caratterizzazioni; Michòd abbandona la metafora per calarsi in un esistenzialismo fin troppo scarno e sussurrato, sfociando inevitabilmente nell'insipido. Tanto che alla fine non si sa davvero quale sia il messaggio di fondo, il tema o anche semplicemente il significato sotteso a questa strana storia di ricerca, tanto meno quello relativo alla sfondo della storia, che ben avrebbe potuto essere ambientata nel presente.


Pesante e inerte, The Rover" è un'occasione sprecata che si redime in parte solo in forza del duo protagonisti: Pearce laconico e freddo, Pattinson sorprendentemente espressivo e mai sopra le righe.

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