martedì 29 settembre 2020

Il Ladro e il Ciabattino

The Thief and the Cobbler

di Richard Williams.

Animazione, Fantastico

Usa 1973-2020




















Una storia infame quella di Richard Williams e del suo "Il Ladro e il Ciabattino". Una storia vergognosa, fatta di sogni infranti, avidità e pura cattiveria che hanno portato il grande animatore ad un passo dal rinunciare a tutto. La sua ambizione, a dir poco smodata, è però ammirabile: creare un film d'animazione come non se ne era mai visto uno, dove ogni sequenza è animata a 24 fotogrammi al secondo (record che poi verrà toccato da "Akira"), dove ogni scena presenta corpi in movimenti tridimensionali o giochi prospettici dati dalla bidimensionalità degli ambienti, con un design dei personaggi stravagante e originale. Un progetto, è il caso di dirlo, "bigger than life", che, di fatto, non vedrà mai la luce, se non in una versione "ri-assemblata" dopo la morte dell'autore, la quale, ben doppiata in italiano, è ora fruibile gratuitamente su YouTube, un regalo al mondo che si avvicina il più possibile alla visione originaria dell'artista, scomparso nel 2019.




La tormentata storia produttiva è stata ben riassunta dai ragazzi di 151eg, il quali hanno anche doppiato la versione italiana del film. In modo sintetico, si può dire che Williams, anche dopo aver vinto un Oscar per aver curato la regia della parte animata di "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", sia stato "scippato" del progetto, prima dalla Disney, la quale ha assunto numerosi animatori reduci dalla produzione per lavorare su "Aladdin", i quali hanno ben pensato di portare con loro idee e design originali; basti vedere l'incredibile somiglianza, sia estetica che nella caratterizzazione, della Principessa Jasmine con la principessa YumYum di Williams, o il fatto che in entrambi in film ci sia un anziano sultano dalla lunga barba bianca e un villain suo jafar, per di più caratterizzato esteticamente dal pizzetto e dalle spalle larghe.
Del tutto inqualificabile è stata poi l'attitudine di Harvey Weinstein, che ha sottratto il lavoro a Williams e lo ha fatto finire ad un altro regista, rendendo il prodotto finito un vero e proprio clone dell' "Aladdin" Disney, aggiungendo dialoghi inutili e canzini svilenti.




Nella sua versione resa pubblica solo di recente, "Il Ladro e il Ciabattino" sconta visivamente il peccato di essere un film mai terminato, con intere sequenze ricreate grazie agli storyboard e ai concept art. Eppure, il genio sotteso a tutta l'opera è quanto mai avvertibile.
Spicca, prima fra tutte, la trovata geniale data dall'avere due protagonisti muti contrapposti ad un antagonista logorroico che parla in rima, con i silenzi e le frasi ossessive a dettare, di volta in volta, il ritmo generale del racconto. Il linguaggio usato diviene talvolta  esclusivamente quello dato dai corpi e dagli ambienti in animazione, creando un'esperienza ai limiti del lisergico.
Williams si affida spesso a immagini bidimensionali prive di profondità, animate ruotando i singoli frame per creare un effetto spettacolare, incrementato dai giochi prospettici e dall'alternaza con sequenze nelle quali l'intera inquadratura presenta corpi animati in tre dimensioni. L'alternanza tra bidimensionalità e tridimensionalità è semplicemente perfetta, con transizioni eleganti e ricercate tra i due stili.



Al di là dello stile, la storia, pur non presentando punti di particolare originalità e pur essendo del tutto asservita alle splendide immagini, risalta per il modo in cui i luoghi comuni dei film d'avventura vengono modificati. Il Ciabattino è, si, il classico "predestinato", ma la sua attitudine semplice, ma mai ingenua lo porta a percorrere un "cammino dell'eroe" in parte diverso dal solito. Il Ladro, d'altro canto, è pura anarchia, una scheggia impazzita che attraversa palazzi e campi di battaglia in preda alla sua cupidigia, immergendosi in situazioni che ricordano le comiche di Buster Keaton e Harold Lloyd. Il cattivo ZigZag, pur malvagio, sprizza simpatia da ogni poro e la principessa YumYum non è certo la canonica donzella in pericolo, essendo altresì una ragazza decisa e emancipata che si fa essa stessa motore della love-story.



Anche in questa sua veste incompleta, "Il Ladro e il Ciabattino" merita di essere scoperto e apprezzato, regalando un'esperienza visiva originale e ammaliante, prova di un talento che purtroppo è stato definitivamente castrato da logiche produttive a dir poco questionabili.




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