1945-2016
Non si può certo dire che Curtis Hanson fosse un nome davvero a famoso ad Hollywood, né che sia stato un cineasta davvero importante per la sua storia. Eppure, in questo 2016 fin troppo pieno di morti illustri nel mondo del cinema, la sua scomparsa è lo stesso un colpo duro da sopportare.
Hanson non era un genio, né un innovatore, era un uomo che proveniva dalla gavetta più pura, avendo esordito nell'exploitation ed essendosi dedicato solo a quella per i primi 18 anni della sua carriera, fino a quando ebbe l'occasione di dirigere il suo primo vero successo, "Cattive Compagnie" (1990). Eppure ci fu un periodo, ormai lontanissimo, in cui anche lui regalò delle preziosissime perle di grande cinema. Il caso più famoso è ovviamente "L.A. Confidential" (1997), sommo esempio di neo-noir moderno, ma dall'anima classicissima. Ma andrebbero altresì ricordati il bel "8 Mile" (2002), il folgorante esordio su schermo di Eminem, nonché l'irriverente e purtroppo obliato "Wonder Boys" (2000). Momento di gloria purtroppo fugace: Hanson non si è mai ripetuto a quei livelli, ritirandosi così a vita privata già nel 2012.
"Cattive Compagnie" (1990)
"L.A. Confidential" (1997)
"Wonder Boys" (2000)
"8 Mile" (2002)
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