sabato 12 maggio 2018

Loro 2

di Paolo Sorrentino.

con: Tony Servillo, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Roberto Erlitzka, Alice Pagani, Elena Sofia Ricci, Fabrizio Bentivoglio, Ricky Memphis, Iaia Forte.

Italia, Francia 2018


















Che piaccia o meno, un merito assoluto va riconosciuto a Sorrentino: con "Loro" ha avuto il coraggio di dare al pubblico un ritratto impietoso e diretto di Berlusconi, senza abbellimenti, filtri, retorica o codardia di sorta. Il Berlusconi di Sorrentino, la sua "maschera priva di volto", è il Berlusconi più vicino al reale che si sia mai visto al cinema e, in generale, in un'opera di fiction (ed in proposito, Nanni Moretti dovrebbe solo zittirsi ed imparare). Un coraggio, quello di Sorrentino e di Umberto Contarello, che nella seconda parte del dittico si fa più spiccato, in un racconto più compatto e sicuro. Ed ancora più corrosivo.




Un racconto che, al contempo, perde un pezzo che sembrava essenziale: la storia di Sergio Morra finisce nel dimenticatoio, obliata dal ritratto di "Lui", tanto che ci si chiede a cosa sia servita la prima parte di "Loro 1"; un'opera di montaggio più articolata e meno compiaciuta avrebbe sicuramente giovato al film, che poteva tranquillamente essere ridotto ad un unico episodio di due o tre ore massimo.
Quello che si perde in narrazione, lo si recupera in descrizione. Si parte con la rimonta di Berlusconi, la corruzione dei sei senatori che hanno portato al ribaltone del 2008, con Ennio Doris (interpretato sempre da Servillo, che fa gara di bravura con sè stesso) che diviene subcosciente personificato di Silvio, impegnato a trovare un modo per risalire quella cresta da cui sembra essere stato spodestato.




Berlusconi diviene protagonista assoluto e lo sguardo di Sorrentino si fa privo di compromessi. Con uno stile più secco, meno compiaciuto della bellezza delle immagini, lo descrive come il peccatore di Abel Ferrara, un uomo perso nel suo male e per questo incredibilmente patetico. Da qui il confronto con la giovane Stella, l'aspirante attricetta che ora si fa coscienza morale, la quale, di fronte alla buffoneria esibita, ha il coraggio di sottolineare quanto sia squallido il mondo che ha costruito e, prima ancora, i suoi atteggiamenti da finto giovane.



Ma ancora più penetrante è il confronto con Veronica, qui divenuta controcanto drammaturgico che infrange le illusioni di cui Berlusconi si copre; la messa in scena del loro confronto, ideale climax di tutta la pellicola, è quantomai secca e basata, purtroppo, solo sul dialogo: tolti i fronzoli, i colori sgargianti, i movimenti di macchina arditi, quel che resta è il pugno duro della verità, vomitata in direttamente in faccia; "Lui" viene finalmente smascherato per il bugiardo che è, per l'ossessivo onanista egocentrico che ha un disperato bisogno di attenzioni. Il peccatore si scopre bambino, che si diverte a giocare con un balocco mentre il paese che dice di amare muore.
Da qui quell'ultima, fulgida immagine, quella di un Cristo di marmo, un Dio morente, duplice simbolo di un uomo finito, schiacciato dal suo stesso vizio, ma anche di un'intera nazione collassata sotto il suo peso, distrutta dall'arrivismo di un piazzista da strapazzo. Ed alla fine non restano che macerie, in quel post-terremoto ennesima occasione per lucrare, dal quale tutti sono usciti sconfitti, persino "Lui", ormai privo di qualsivoglia credibilità.




Ma non c'è vera pietà verso questo freak, questa caricatura di sè stesso, solo uno sguardo lucido verso quel disastro che il suo egocentrismo ha causato. E, prima ancora, verso quell'immensa pagliacciata che è la sua esistenza.
Se in "Loro 1" le immagini erano fin troppo barocche, in "Loro 2", paradossalmente, non lo sono abbastanza; c'è un abuso della forma dialogica per portare avanti la storia, la descrizione e il dramma, come in "Youth", colpa dello script troppo verboso, lontano dai migliori esiti del cinema di Sorrentino.
Eppure, nonostante tale limite stilistico, questo ritratto impietoso riesce davvero a colpire nel profondo, a scuotere la coscienza per la sua incredibile carica di onestà. Tanto che, forse, non sarebbe sbagliato mostrarlo nelle scuole, per far capire a tutti chi è davvero l'Uomo che ha fottuto l'Italia.

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