di Rob Jabbaz.
con: Berant Zhu, Regina Lei, Tzu-Chiang Wang, Ying-Ru Chen, Emerson Tsai, Wei-Hua Lan, Ralf Chiu.
Horror/Gore
Taiwan 2022
Trovare una forma di originalità nel XXI secolo è opera ardua, persino quando è la realtà a rinfocolare l'ispirazione. "The Sadness", esordio nel lungometraggio di Rob Jabbaz, cineasta di origine canadese trapiantato in Oriente, a prima vista potrebbe anche sembrare un'opera originale, ancorata com'è ad una rielaborazione del contagio di Sars-Cov 2 in chiave horror e gore, ma deve davvero tanto ad altre e più celebri opere del passato, recente e non.
Quella che sembra una comune epidemia di influenza, data dal virus "Alvin", muta improvvisamente in qualcosa di più pericoloso: gli infetti perdono i freni inibitori e si trasformano in macchine assassine assetate di sangue. In Cina, i giovani fidanzati Jim (Berant Zhu) e Kat (Regina Lei), divisi a causa degli impegni di lavoro, cercano di sopravvivere.
Se su tutta la premessa vige lo spettro di quel filmaccio di "Incubo sulla Città Contaminata", più che al cult di serie Z di Umberto Lenzi, Jabbaz e soci sembrano pensare ad un altro cult, di ben altra caratura, ossia l'arcinoto comic "Crossed" del mai troppo lodato Garth Ennis.
Nella sua run originale (2008-2010), "Crossed" portava in scena un'apocalisse in tutto e per tutto simile a quella di "The Sadness", dove un virus dalle origini sconosciute rimuoveva i freni inibitori delle vittime per trasformarle in selvaggi dediti all'omicidio, allo stupro e alla necrofilia. L'unica differenza tra fumetto e film è data dal segno distintivo del contagio: una voglia a forma di croce sulla faccia nel primo, un annerimento del globo oculare nel secondo.
Le similitudini sono tali che "The Sadness" potrebbe davvero quasi essere un adattamento non ufficiale del lavoro di Ennis, fermo com'è nella pura e semplice rappresentazione di un orrore improvviso che sconvolge la vita dei protagonisti e li porta alle estreme conseguenze pur di sopravvivere. E come adattamento, in fondo, non sarebbe neanche male, visto che sembra riprenderne in pieno lo spirito dissacratorio, anarchico e brutale (paradossalmente più marcato nelle storie non scritte da Ennis in prima persona, caratterizzate da un tasso di graficità decisamente più marcato).
"The Sadness" è, sostanzialmente, brutalità allo stato puro. Non c'è quasi mai vera tensione nelle sequenze orrorifiche, il terrore viene dato dal gore, dal body horror fatto di corpi ridotti a cumuli di carne irriconoscibili e dalla depravazione esibita dai carnecifici di turno sulle vittime, come la tradizione del cinema di seri B impone. Ci sarebbe anche, ad un certo punto, la volontà di criticare l'atteggiamento qualunquista della politica verso l'emergenza, ma è un affondo che non raggiunge il suo scopo, con la narrazione che preferisce così ripiegare nei sicuri territori del genere. E', questo, cinema trash allo stato puro e pulsante che non ha bisogno di sovrastrutture morali o tematiche vere e proprie, tutto è subordinato all'effettaccio, alla cattiveria, alla catarsi data dal sangue e, in misura molto minore, dal sesso. Con la conseguenza che tutto viene rimesso allo spettacolo di grana grossa, senza mai cercare di dare di più allo spettatore del semplice disturbo dato dalle immagini forti.
I patiti del gore applaudiranno la volontà di Jabbaz di creare un'opera genuinamente rivoltante, ma chi si aspetta brividi oltre che sangue finirà per odiare questo exploit che vive grazie al coraggio e poco altro.
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