con: Alexander Skarsgaard, Anya Taylor-Joy, Nicole Kidman, Ethan Hawke, Willem Dafoe, Claes Bang, Eliott Rose, Gustav Lindh, Phil Martin, Eldar Skar, Bjork.
Avventura /Azione/Epico
Usa 2022
Con appena tre film all'attivo, Robert Eggers si conferma come un cineasta dal valore incommensurabile. E al suo primo film ad alto budget, questo "The Northman", sfoggia una carica visionaria certamente meno dirompente di quella vista nel precedente "The Lighthouse", ma lo stesso incredibile e riesce a dare vita ad un'epica trascinante, perfetta sintesi, nelle sue parole, di "Andrej Rubilev" e "Conan il Barbaro".
Proprio il piccolo capolavoro di John Milius viene più volte alla mente durante la visione. Non per nulla, "The Northman" altro non è che un'epica vichinga che riprende la leggenda del principe Amleth, famosa per aver ispirato Shakespeare ma che sicuramente anche Milius aveva presente durante la riscrittura delle avventure del Cimmero di Robert E.Howard, tanto che il film di Eggers può quasi esserne considerato il remake non ufficiale.
Tra la fine del IX e gli inizi del X secolo d.C., il giovane principe vichingo Amleth (Skarsgaard) giura vendetta contro lo zio Fjolnir (Cleas Bang), il quale ha usurpato il trono uccidendo il padre Aurvandil (Ethan Hawke) e sposandone la madre Gudrn (Nicole Kidman). Una trama archetipica, che nella sua costruzione non si discosta più di tanto dal mito. Se non fosse per un'eseuzione in sede di script che ne ricalibra totalmente la portata.
Assieme a Sjon, Eggers, ricrea l'Amleto fondendone gli elementi fondamentali con altri drammi del Bardo. Il giullare di Willem Dafoe arriva direttamente dal "Re Lear", con il suo ruolo di "amico fidato" del re e anticipatore degli eventi; la veggente interpretata da Bjork altro non è se non una rielaborazione delle streghe del "Macbeth", profetizzando all'eroe il duo destino ineluttabile. e sempre dal "Macbeth" sembra arrivare il personaggio di Gudrun, più vicina alla Lady Macbeth machiavellica che alla regina Gertrude vittima degli eventi. Allo stesso modo, tornano riferimenti alla mitologia norrena rinarrati in chiave originale. La testa di Willem Dafoe è una sorta di reincarnazione del dio Mimir, mentre i corvi di Votan osservano tutte le vicende.
Il mondo in cui si muove Amleth è una sorta di limbo perso tra la verosomiglianza storica ossessiva e il mito più puro, tra realtà e visione, tra cielo e terra e il Valhalla. Eggers, come sempre, ricrea il passato in modo certosino, arrivando persino a far indossare alla sua valchiria un apparecchio per i denti perché, a quanto pare, in uno scavo archeologico più unico che raro è stato ritrovato lo scheletro di una vergine dello scudo con la dentiera adornata da pietre preziose. Il melodramma cede spesso così il passo alla Storia ed entrambe vengono fagocitate dalla rappresentazione espressionista di una psiche a suo modo deviata, persa nell'ossessione di una vendetta incrostata da suggestioni mitologiche. Con la conseguenza che sebbene la storia sia narrata in modo classico, con una canonica struttura in tre atti inedita nel cinema di Eggers e non più come un crescendo, la struttura è lo stesso ricca di suggestioni che spezzano la linearità del racconto.
"The Northman" è, sostanzialmente, mito che si fa Storia per poi tornare ad essere mito. Una leggenda alla base della più famosa tragedia mai scritta che viene re-iscritta in coordinate storiche ricercatissime solo per ritrovare una dimensione leggendaria grazie alla scelta di deviare la psiche di un protagonista assoluto. E lo stato epico degli eventi trova una forma filmica atleticamente raffinata, fatta di movimenti di macchina perfetti al millimetro, carrelli misurati che donano una dinamicità totale ad un racconto fatto di carne e fango, di corpi che si scontrano e viscere esposte.
Un'epica mitica che trova una sua profondità nel momento in cui gli autori decidono di questionare lo status morale e mentale del loro protagonista. Amleth è un uomo cinto dal destino, da un fato di vendetta in realtà autoimposto (il mantra che recita sin da bambino), ma che ben potrebbe abbandonare per trovare una propria dimensione umana lontana dal ciclo della violenza. Perso nella contemplazione della vendetta, immerso nella violenza più bieca, accecato dalle suggestioni religiose pagane, il buon guerriero decide invece di proseguire nei suoi intenti, di abbracciare il suo destino... tradendolo al contempo, quando decide di abbandonare la sua prole per allontanare loro dalla violenza, in un'ultima visione che regala un accenno di speranza per i posteri. Quella di "The Northman" è così un'epica che sugella e tradisce la tradizione, riuscendo ad essere contemporaneamente moderna e smaccatamente classica.
Eggers si conferma così come un cineasta sorprendente e "The Northman", benché meno coraggioso dei suoi precedenti lavori, è lo stesso un'opera magnifica e magnetica.
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