con: Mia Goth, Jenna Ortega, Brittany Snow, Kid Cudi, Martin Henderson, Owen Campbell, Stephen Ure, James Gaylyn.
Horror
Usa, Canada 2022
Ti West non ha mai superato la fase vintagexploitation della seconda metà degli anni '00. Un'affermazione esagerata? Forse. Ingiusta? Decisamente no. Perché a ben guardare un film come "X" ben avrebbe potuto essere girato nel 2007 e forse avrebbe persino trovato un pubblico più ricettivo, pregno com'è di riferimenti al cinema exploitation anni '70. E a West questo va benissimo, orgoglioso com'è delle sue fonti di ispirazione e della grana grossa con cui imbastisce tutto. E per dovere di cronaca, questo omaggio al cinema di genere anni '70 bene o male funziona, ma sarebbe stato bello avere qualcosa di più che un semplice atto d'amore al cinema di Tobe Hooper e al porno d'antan.
Anno di grazia 1979. In Texas, il tenutario di night club Wayne (Martin Henderson) decide di diventare un produttore porno. Trovata la perfetta location in una fattoria di proprietà da due coniugi ottuagenari, comincia le riprese di "The Farmer's Daughter", che nelle sue intenzione ne lancerà la carriera, assieme a quella della bella fidanzata Maxine (Mia Goth). Ovviamente non tutto va come previsto.
Proprio l'anno in cui la storia è ambientata è essenziale. Siamo alla fine del decennio che ha sdoganato il porno e che ha visto la rigenerazione del cinema horror americano. Il primo genere sta per passare al home video, abbandonando di lì a poco le sale. Il secondo sta per arenarsi nei territori della ripetizione dello slasher. Entrambi sono accomunati da quella "X" che la MPAA sovente assegna ai loro esponenti per i contenuti offensivi. E se nella società civile la rivoluzione sessuale ha trionfato, nei cuori di molte persone vige ancora una visione "peccaminosa" del sesso, con il predicatore stile Esthus Pirkle che ricorda a tutti come il Signore biasimi la libertà sessuale.
Ma per West non è ovviamente il sesso ad essere peccaminoso, quanto la mancanza dello stesso, l'invidia che un corpo giovane e ancora capace di provare e produrre estasi può generare verso quelle persone che, vuoi per necessità, vuoi per scelta, non possono più provare la catarsi dell'amore fisico.
Da qui l'afflato distruttivo che porta alla carneficina, con l'orrore come reazione al sentimento castrante di chi non può raggiungere l'orgasmo pur provandone ancora un'irrefrenabile voglia. E il body horror dato dalla visione di due corpi cadaverici intenti a congiungersi nell'eros.
La costante dell'erotismo come causa scatenante e mezzo per raggiungere un fine pone così sullo stesso piano sia l'anziana Pearl che la giovane Maxine, con la duplice interpretazione di Mia Goth nei panni di entrambi. Le due non sono che due volti della stessa persona, distanziate unicamente dall'età anagrafica, accomunate da una predilezione per l'orgasmo, così come dalla voracità non solo sessuale, ma anche umana, che le porta a farsi creature predatrici, ognuna a modo loro.
E persino la figura retorica della final girl come vergine viene sovvertita, con la ragazza più "casta" che viene lo stesso punita, anche se è pur sempre la più libertina a fare la fine peggiore.
E West si diverte ad infarcire il tutto con riferimenti cinefili: apre il film con una strizzatina d'occhio a "Sentieri Selvaggi" che gli permette di giocare con il formato dell'immagine, costruisce la storia come una sorta di "The Texas Chainsaw Massacre" con attori porno, ricrea una delle scene di "Psycho", la scena più iconica di "Shining" e usa un montaggio a là "Easy Rider" per anticipare le azioni. Il tutto con la fierezza di un cinefilo hipster nel mezzo del suo elemento naturale.
Per il resto "X" offre pochi motivi di interesse, fermo com'è nella salda volontà di fermarsi all'omaggio, nella pura e semplice volontà di ricalcare con divertimento un modello dato dalla tradizione. Un giochino divertente, ma che lascia fin troppo il tempo che trova.
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