di Colin Trevorrow.
con: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Laura Dern, Sam Neill, Jeff Goldblum, Isabella Sermon, DeWanda Wise, Mamoudou Athie, B.D. Wong, Campbell Scott, Omar Sy, Dichen Lachman, Justice Smith, Scott Haze, Daniella Pineda.
Avventura/Fantastico/Thriller
Usa, Cina, Malta 2022
---CONTIENE SPOILER---
"Jurassic World Dominion" è un film stupido, che tratta lo spettatore come un cretino, ma che pretende di essere preso seriamente. La novità? Nessuna. In questo, il kolossal di Colin Trevorrow è il perfetto esponente del filone dei blockbuster imbecilli che Hollywood ci propina almeno dalla seconda metà degli anni '90 e non fa né più, nè meno di sbagliato rispetto a quanto già fatto dai peggiori filmacci di Michael Bay, Roland Emmerich e Wolfgang Petersen. Ma ha anche un difetto ulteriore e del tutto inescusabile: è incredibilmente noioso.
E' decisamente più divertente leggere (e redigere) una lista dei buchi di trama, dei controsensi, dei non-sensi e delle letterali cretinate inanellate da Trevorrow nella bellezza di 150 minuti di film piuttosto che sorbirsi questi 150 minuti di film, flosci come sono. E di cretinate i 150 minuti sono pieni.
Si parte dal presupposto della storia: in appena quattro anni, i dinosauri hanno invaso la Terra. Perché i governi del mondo non abbiamo voluto o potuto arginarne la diffusione è un mistero. Come mai il ritorno di questi predatori alfa non ha sconvolto l'ecosistema e la catena alimentare, è un mistero ancora più oscuro. Il corollario, in compenso, è ancora più idiota: una moraluccia falso-ecologista secondo la quale dobbiamo imparare a convivere con altre specie animali. Molto bello, peccato che se nella realtà i dinosauri tornassero in vita, l'intero ecosistema collasserebbe, ma tant'è, fare i professorini non costa nulla.
Al di là dei presupposti e della morale, non c'è nulla che torna in una trama imbastita con il nulla e infarcita di tutti gli stereotipi possibili. Il mcguffin di turno è una ragazzina-clone di una scienziata talmente geniale che è stata letteralmente in grado di modificarne in DNA dopo averla partorita per partenogenesi. Miracolo della vita asessuato a parte, ci si chiede come abbia fatto a modificare la struttura genetica di un essere vivente fatto e finito, forse ha usato il mutagene delle Tartarughe Ninja o direttamente la magia nera, non è dato sapere.
Il cattivissimo di turno è invece lo Steve Jobs delle industrie farmaceutiche, che ha il monopolio sugli studi della struttura genetica dei sauri, è ricco sfondato, è a capo dell'azienda più potente del globo, ma per qualche ragione decide lo stesso di creare un piano diabolico per distruggere le colture di grano che non usano i suoi semi. Perché mettere a rischio la sopravvivenza della vita sul pianeta per diventare ricchi quando si è già l'uomo più ricco del mondo è l'ennesimo mistero insondabile di uno script che sembra scritto da due alieni
La "novità" di questo terzo o sesto film della saga, a seconda di dove si voglia cominciare a contare, è dato dal ritorno dei protagonisti del primo film: Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum di nuovo su schermo assieme. Peccato che la sceneggiatura non sappia che farsene, anche a causa di un cast già affollato. Laura Dern è l'unica ad avere un ruolo attivo, essendo praticamente il motore della sottotrama sulle locuste giganti, mentre Sam Neill sta sullo sfondo a fare sguardi sarcastici; il personaggio di Goldblum invece serve solo a dire che c'è anche lui con il suo repertorio di battute finto-filosofiche e la parlata strana; per il resto, non fa nulla di davvero rilevante e il fatto che si ritrovi questa rockstar hippie al servizio della megacorporation del male per il solo gusto di facilitarne l'incontro con gli altri due è la cosa più improbabile e meno credibile in un film sui dinosauri transgenici nell'era moderna, il che è tutto dire. Per lo meno, fa piacere notare come i tre attori abbiano ancora carisma da vendere.
Sempre per la gioia dei nostalgici, il cattivo non solo conserva ancora la bomboletta spray di Wayne Knight del primo film, ma fa addirittura la sua stessa identica fine. Gioiscano pure, l'originalità è morta.
I personaggi di Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sono invece protagonisti della storyline sul rapimento della ragazzina-clone e del cucciolo di raptor, la quale viene sviluppata come un thriller à la James Bond o Jason Bourne, con tanto di corsa sui tetti di Malta con i velociraptor ad interpretare gli sgherri di turno; e Trevorrow, per non farsi mancare proprio nulla, decide di riprendere un paio di inquadrature da "The Bourne Ultimatum", nel caso non si fosse capito di che pasta sia fatto.
Anche qui la sospensione dell'incredulità va presto a farsi benedire: i raptor non hanno problemi ad inseguire un'auto, ma per qualche motivo non riescono a stare dietro alla Howard quando sta a piedi. La contrabbandiera dal cuore d'oro che si unisce al gruppo viaggia su di un vecchio aereo da cargo sul quale non ha fatto installare i paracadute perché di solito viaggia da sola, ma in compenso ha una poltroncina eiettabile stile caccia... ma non installato al posto del pilota; lo stesso sedile ha poi un dispositivo gps installato... per qualche motivo, il quale permette a Chris Pratt di ritrovare la moglie in mezzo alla giungla... a chilometri di distanza dal luogo dell'atterraggio... giusto in tempo per salvarla dai dinosauri... come no. E sempre Pratt e la contrabbandiera decidono di attraversare un lago ghiacciato passando per il centro, che come tutti sappiano non è assolutamente la parte più fragile.
In tutto questo coacervo di atroci cretinate, Trevorrow riesce sempre a tenere un tono tragicamente serio, senza neanche accorgersi della stupidità del tutto, come solo un perfetto idiota può fare.
Quel che è peggio, getta alle ortiche ogni possibile risvolto spettacolare in scene d'azione prive di mordente e di originalità, riuscendo a rendere blando persino lo scontro finale tra un tirannosauro, un gigantosauro e un raptor gigante. Oltretutto, il montaggio è a tratti aberrante, con mancanza di continuità da un'inquadratura e l'altra all'interno della stessa scena, alla faccia del budget stratosferico e dei valori produttivi faraonici.
"Jurassic World Dominion" è, in parole povere, spazzatura, un incredibile affronto all'intelligenza dello spettatore e alla grammatica filmica, il capitolo peggiore in una serie che già partiva monca e che è riuscita a toccare vette di idiozia inimmaginabili. Forse è meglio lasciare che i dinosauri si estinguano anche al cinema.
Una cosa positiva (in senso ironico) il film ce l'ha: la coerenza narrativa.
RispondiEliminaNel Jurassic Park originali il personaggio di Dogson (per quei pochi minuti in cui appare), dava l'impressione di essere un emerito "coglione" che si crede di essere un super-cattivo, tipo Ernst Blofeld.
Cosa che quasi trent'anni dopo si è rivelata essere vera.
"Coerenza narrativa " oppure pura coincidenza?
Diciamo pure coerenza narrativa, per quel che vale XD
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