lunedì 25 luglio 2022

The Gray Man

di Joe & Anthony Russo.

con: Ryan Gosling, Chris Evans, Ana De Armas, Billy Bob Thornton, Jessica Henwick, Dhanush, Alfre Woodward, Wagner Moura, Regé-Jean Page, Shea Wigham, Robert Kazinsky, Julia Butters.

Azione/Thriller

Usa, Repubblica Ceca 2022












I fratelli Russo, ora come ora, siedono praticamente in cima al mondo; dopo aver diretto il più grande incasso della storia (ri-sorpassato solo da "Avatar" e "Spider-Man - No Way Home"), avrebbero potuto fare di tutto, dirigere qualsiasi cosa. Ma ad Hollywood, si sa, questo non conta nulla, forse proprio per questo si sono dovuti rivolgere a Netflix per ottenere i capitali necessari per una produzione multimilionaria basata sul romanzo omonimo di Mark Greaney, ossia qualcosa che non coinvlgesse tizi in costume.
Fatto sta che la libertà d'azione ottenuta non garantisce ovviamente la riuscita di un film. E "The Gray Man" è, in tal senso, non tanto un film malriuscito, quanto un film del tutto privo di originalità, che si aggira tra luoghi comuni e cliché visti e stravisti in decenni di cinema action a tema spionistico senza cercare di interpretarli in modo fresco, tantomeno senza rischiare nulla sul piano stilistico-estetico.



La trama è sempre quella: il super-agente CIA Six (Gosling) scopre un intrigo all'interno dell'organizzazione, i cui dettagli sono custoditi in un mcguffin a forma di medaglione. Disertato a missione conclusa, il buon eroe si trova alle calcagna l'infido Lloyd Hansen (Evans), contractor indipendente che l'ex capo Carmichael (Regé-Jean Page) gli ha sguinzagliato contro per coprire le sue attività illecite. Ad aiutarlo, la bella di turno (Ana De Armas) e come complicazione c'è il rapimento della piccola Claire (Julia Butters), nipote dell'ex mentore Fitzroy (Billy Bob Thornton).




Nulla di nuovo sotto il sole, con una storia che potrebbe tranquillamente essere uscita dalla serie di Jason Bourne e con una sottotrama che sembra ripresa pari pari da "Man of Fire". E nulla di nuovo dice il cast, con Ryan Gosling che fa Ryan Gosling, ossia la sua performance laconica di default che rende questo suo exploit non diverso da quanto aveva fatto in "Drive" o "Blade Runner 2049". Ana De Armas, dal canto suo, si limita a dare corpo e concedere la sua bellezza ad un personaggio che serve solo a far procedere la trama, mentre l'unico a divertirsi è Chris Evans, che chiamato a fare il cattivo pazzo, da sfogo al suo istrionismo caricando ogni scena fino a mangiarsela. 




Anche i Russo si divertono come pazzi a girare sequenze rocambolesche che vorrebbero competere con quelle della serie di "Mission: Impossibile", ma non hanno né il polso, nè l'inventiva adatta. Tutte le scene sono tirate su a dovere, ma mancano di vero mordente, così come di una visione chiara e precisa, spaziando dal realismo più fermo all'esagerazione più caciarona. Un esempio? La sequenza centrale, con la distruzione del tram, che in teoria dovrebbe essere scoppiettante e adrenalinica, ma alla fine risulta tronfia e ai limiti del noioso, complice anche un commento musicale che definire anonimo sarebbe un complimento e che contribuisce in maniera decisiva alla cattiva riuscita del tutto. In compenso, i due registi decidono di strafare usando il drone come bambini al parco, facendolo volare dappertutto, con effetti talvolta risibili. Così come risibile è quel colpo di scena che risolve la situazione nel climax, unico punto esclamativo in una storiella trita e ritrita che così si copre persino di ridicolo.




Tanto che alla fine, "The Gray Man" potrà piacere solo ai fan del cast o a chi cerca un action discreto e del tutto privo di qualsivoglia impegno. Per tutti gli altri, resterà solo un giocattolino privo di nerbo alcuno.

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