venerdì 9 dicembre 2022

Dead for a Dollar

di Walter Hill.

con: Christophe Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnhan, Hamish Linklater, Brendon Scott, Warren Burke, Benjamin Bratt, Guy Burnet, Gabriela Alicia Ortega, Luis Chavez.

Western

Canada, Usa 2022















Si aspetta sempre con trepidazione un film di Walter Hill, un cineasta dal retaggio davvero impagabile; si attende sempre con ansia una sua nuova prova, anche se ultimamente si rimane sempre delusi, più o meno a seconda del film. Perché forse il decano dell'action americano ha perso il suo smalto e la grinta, quella volontà di ricreare il cinema "duro" e adulto in modo moderno e anticonvenzionale, accontentandosi invece della convenzionalità più pura. E "Dead for a Dollar" rappresenta purtroppo la prova decisiva di questa sua deriva, oramai forse incontrovertibile.




Hill riprende un vecchio script di Matt Harris e lo riarrangia rendendo la storia ancora più interessante: il cacciatore di taglie Max Borlund (Waltz) viene incaricato dal magnate Martin Kidd (Amish Linklater, l'indimenticato padre Paul di "Midnight Mass") di salvare la moglie Rachel (Rachel Brosnhan), rapita dall'ex buffalo soldier Poe (Burke) e portata oltre il confine messicano. Ad accompagnarlo nella missione, il soldato afroamericano Elijah Jones (Scott), mentre oltre confine ad attenderli ci saranno il boss locale Tiberio Vargas (Bratt) e il letale giocatore d'azzardo Joe Cribbens (Dafoe), vecchia conoscenza di Borlund.





Tante le tematiche, vecchie e nuove del western, che vengono presente e ripensate. C'è il vecchio adagio dell'amicizia virile tra Cribbens e Borlund, in teoria nemici, ma che hanno un forte rispetto l'uno per l'altro. La corruzione morale del potente di turno, Vargas, uomo al di sopra della legge, i cui precettori finiscono però per oppoivrsi in ragione di un ritrovato senso del dovere. E poi c'è la questione afroamericana, con i personaggi di Poe e Jones, ex commilitoni che ora si ritrovano ai lati opposti della barricata della legge. Oltre che la presentazione di una donna forte in un contesto nel quale solitamente cose del genere latitano, con il personaggio di Rachel, donna emancipata in periodo storico che non le consente di affermarsi, soprattutto sul piano sentimentale.
Storia e tematiche declinate a dovere, che trovano una risoluzione adeguata nella durata della pellicola. Ma la cui messa in scena è fatalmente pigra e fiacca.




Hill opta per uno stile totalmente classico. Bandisce ogni deriva spettacolare, ma anche quella secchezza che avrebbe reso il film a suo modo memorabile. Ogni sequenza inizia e finisce senza l'enfasi necessaria, ogni risvolto di storia viene affidato unicamente ai personaggi e agli attori che lo portano avanti. Non c'è mordente, non c'è nulla di davvero notevole, persino quando si cita Sergio Leone, il cui stile barocco e ricercato sarebbe stato decisamente più adatto a rendere le vicende degne di nota. La ripresa in digitale, con una color grading posticcia per ingiallire le immagini, risulta inoltre indigesta, portando ad immagini piatte e prive di nerbo alcuno. Persino il cast ha alti e bassi: se Dafoe e Rachel Brosnhan danno delle interpretazioni di buona caratura, Christoph Waltz appare svogliato e oltretutto privo del carisma necessario per il ruolo, cosa assai strana visto che, tra le altre cose, aveva già interpretato il bounty killer in "Django Unchained" con ottimi esiti.





"Dead for a Dollar" finisce così per essere una delle pellicole più deludenti degli ultimi anni, un filmino indegno del nome di Hill, uscito e presto dimenticato, che non fa nulla per essere memorabile e riesce perfettamente nell'intento. E pensare che l'ultimo western vero e proprio che Hill ha diretto per il cinema è stato quel mezzo capolavoro di "Wild Bill" rende il tutto ancora più triste. 

4 commenti:

  1. Quella fotografia seppia è inspiegabile e ti tira proprio fuori dal film. Dentro ci sono tutti i temi cari a Hill ma il paragone con il passato è impietoso, penso sia già un miracolo che questo film esista ed è bello che sia un Western, mette in chiaro l'amore per il genere di Hill, però siamo alla fine della corsa e nelle parti basse dell filmografia. Cheers

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    1. Il che è un peccato, perché se ha ancora voglia di stare dietro la macchina da presa vuol dire che forse ha ancora qualcosa da dire :(

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  2. Risposte
    1. Si, purtroppo. Ma da romantico irredento spero sempre in un colpo di coda.

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