di Ridley Scott.
con: Denzel Washington, Paul Mescal, Pedro Pascal, Connie Nielsen, Joseph Quinn, Fred Hechinger, Derek Jacobi, Rory McCann, Peter Menash, Matt Lucas.
Azione
Usa, Regno Unito, Marocco, Canada 2024
---CONTIENE SPOILER---
E' giusto liquidare Il Gladiatore II come un sequel inutile. Quello che forse sfugge è come un'operazione del genere abbia più senso di quanto appaia. Perché l'originale altro non era se non una riesumazione del peplum classico hollywoodiano, quindi una pellicola spettacolare fatta e finita, senza ulteriori pretese o ambizioni. E' sbagliato criticare sia l'originale che questo seguito per la scarsa verosimiglianza storica, visto che questa non è mai stata né una prerogativa del genere, tantomeno del cinema di Ridley Scott, che già ai tempi del suo esordio con I Duellanti si prendeva più di una licenza poetica in nome della pura spettacolarità (tutto questo senza voler neanche provare a citare il disastro di Napoleon). Il Gladiatore II non è che una continuazione di quel discorso filmico, che vanta tra l'altro anche un "illustre" predecessore ne Il Figlio di Spartacus di Corbucci, sequel "ufficiale" del cult di Kubrick che qui viene letteralmente saccheggiato sul piano narrativo.
Messi quindi da parte tutti i pregiudizi di sorta, si può così guardare in modo obiettivo a questo legacy sequel; solo per accorgersi lo stesso della sua inusitata pochezza.
La perfetta incarnazione del film è data dal suo stesso protagonista, Paul Mescal, un attore che ha sicuramente la faccia giusta e il giusto talento, ma che si sforza costantemente per essere un eroe para-mitologico senza però avere il carisma necessario per riuscirci. Allo stesso modo, Il Gladiatore II vuole essere un sequel tanto degno quanto più grande del suo amatissimo predecessore, ma ci riesce solo sulla carta.
La storiella imbastita da Scott e soci per il ritorno nella sua Roma del II secolo dopo Cristo tutto sommato è lodevole, anche per come si riconnette al primo film; certo, è poco più di una fotocopia di quella del predecessore nel quale tutti dimenticano anche solo di accennare a come Geta e Caracalla abbiano preso il potere, ma è tutto sommato un difetto scusabile.
Il problema è come questa storiella viene portata in scena, ossia con il pilota automatico.
Tutte le scene d'azione, siano esse le battaglie che gli scontri nell'arena, mancano sempre di enfasi. Fortunatamente Scott ha superato la moda dei primi anni '00 dove tutto veniva costruito in montaggio, con macchina multipla, inquadrature strette e otturatore chiuso, quindi si possono finalmente seguire i movimenti dei suoi gladiatori, ma questi sono quanto mai robotici, rendendo gli scontri freddi, vanificando ogni forma di tensione possibile e immaginabile.
Non conta quindi che questa volta sia riuscito finalmente ad infilare un rinoceronte nel Colosseo e persino quella battaglia navale tanto fantasiosa quanto storicamente reale (squali a parte), ogni volta che i personaggi estraggono le spade non si ha il mino sussulto. Con la conseguenza che tutta la storia perde di mordente e di coinvolgimento. Si è scossi, semmai, per l'alto tasso di violenza, anch'essa superiore al primo film, ma talvolta fuori luogo.
Se poi proprio si vuole cercare il pelo nell'uovo ed essere anche un po' scorretti, si può sottolineare come molte delle inesattezze storiche questa volta sembrano più figlie della sciatteria che di una precisa scelta artistica. Perché passino pure gli squali nel Colosseo e le soldatesse numide (neanche fossero Pitte...), ma quando spuntano scritte in inglese, babbuini selvaggi in CGI sedati con la cerbottana e un senatore romano che legge un giornale su carta stampata, la sospensione dell'incredulità crolla miserabilmente senza però avere nulla in cambio.
A salvare la visione ci pensa quindi Denzel Washington nei panni del villain Macrino, che in quanto a carisma divora sia Mescal che il pur sempre affidabile Pedro Pascal, qui quanto mai sottotono. Washington, d'altro canto, non si risparmia e plasma il suo cattivone sovversivo e nichilista con la giusta dose di determinazione e divertimento; tanto che si potrebbe scherzare su come il vero gladiatore del titolo sia lui, non il protagonista Annone.
Il Gladiatore II stupisce dunque per il suo essere inspiegabilmente dignitoso. Delude, ovviamente, come pellicola di puro intrattenimento, prova di come Scott forse sia davvero invecchiato, davvero incapace di creare un film all'anno senza scadere nella mediocrità più totale.
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