1960 - 2020
Assieme a Park Chan-Wook e Bong Joon-Ho è stato in prima fila nella New Wave sudcoreana, sdoganando il cinema nazionale e trionfando nei festival di mezzo mondo. Kim Ki-Duk si spegne da solo e in circostanze non proprio chiare, in Lettonia, per complicanze legate al Coronavirus. Di lui restano oltre 20 lungometraggi caratterizzati da uno stile iperrealista e talvolta onirico, che portano in scena passioni e pulsioni forti sino alla distruzione. Un cinema crudo, quasi arrabbiato ed incredibilmente espressivo.
Onestamente ho odiato più il 2016, ma ti capisco :(
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