di Stuart Gordon.
con: Ian Patrick Williams, Carolyn Purdy-Gordon, Carrie Lorainne, Guy Rolfe, Hilary Mason, Bunty Bailey, Cassie Stuart, Stephen Lee.
Horror
Usa, Italia 1987
Charles Band ha una vera e propria ossessione per i giocattoli assassini; basti pensare all'infinita serie di "Puppet Master", la cui ultima incarnazione è stata curata addirittura da Craig S.Zahler, o alla serie parallela di "Demonic Toys", con tanto di relativo cross-over, senza contare i vari "Deadly Dolls" e l'antologico "The Haunted Dollhouse".
Vero e proprio precursore del filone, che anticipa di qualche anno persino la più celebre saga di "Child's Play" di Don Mancini, è però il piccolo "Dolls", horror sui generis diretto per Band da Stuart Gordon, il quale declina in modo originale il tema delle bambole assassine per creare una simpatica e riuscita favola horror.
La storia ha dei presupposti da horror gotico: in una notte di pioggia, la famigliola Bower, composta dal dispotico capofamiglia David (Ian Patrick Williams), la sua antipatica sposa di seconde nozze Rosemary (Carolyn Purdy-Gordon) e la piccola Judy (Carrie Lorraine), si ritrova a ripararsi nel castello della strana coppia degli Hartwicke, anziani giocattolai che sembrano vivere fuori dal tempo. Al gruppo si aggiungono presto le punk Isabel e Enid (Bunty Bailey e Cassie Sturart), malfattrici che hanno circuito il simpatico e ingenuo Ralph (Stephen Lee). E la lunga notte è appena cominciata...
Dal gotico, Gordon trae una favola orrifica che non rinuncia alla violenza, ma che prende le istanze dal punto di vista del bambino, sia esso la giovanissima protagonista, che il fanciullo interiore di Ralph, vero e proprio bimbo nel corpo di adulto. Il bambino è innocenza, semplicità opposta alla rapacità egocentrica dell'adulto, incarnata da tutti gli altri personaggi, siano essi una coppia di snob dediti al solo edonismo o una di rapinatrici incallite prive di ogni buonsenso.
I piccoli mostri assassini, celati sotto le spoglie delle bambole vittoriane, diventano così agenti di una giustizia karmica che prima distrugge i cattivi, poi li maledice accogliendoli tra le proprie file, come versioni balocchesche di quello che erano, condannati ad una non-vita da oggetto.
Il bambino, più che carnefice, è invece vittima che si ribella la suo ruolo di suddito dell'adulto: le bambole altro non sono che i pargoli degli Hartwicke, i quali vedono lo status di genitore come una responsabilità, ma anche una gioia, piuttosto che come un peso, come invece avviene per i Bower.
Gordon, come da copione, cela i suoi mostri per la maggior parte del tempo, adoperando la macchina da presa come loro punto di vista. E quando questi appaiono, il risultato, nonostante il bassissimo budget, è comunque soddisfacente, grazie alle animazioni in stop-motion curate, tra gli altri, dal compianto John Carl Buechler. E pur non puntando in alto come in altre sue opere (su tutte, il coevo "From Beyond"), riesce lo stesso a convincere con un film piccolo, ma perfettamente riuscito.
conosco di nome questo film da anni e mi ha sempre ispirato
RispondiEliminachissà che un giorno non riesca a metterci le mani sopra :)
Merita la visione ;)
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