domenica 31 ottobre 2021

Re-Animator

di Stuart Gordon.

con: Bruce Abbott, Jeffrey Combs, Barbara Crampton, David Gale, Robert Sampson, Carolyn Purdy-Gordon, Al Berry.

Horror/Splatter/Grottesco

Usa 1985
















Come accade spesso con molti autori, anche Stuart Gordon, per sua stessa ammissione, è stato vittima della "maledizione dell'esordio", con il suo primo film, il cultissimo "Re-Animator", divenuto pietra di paragone inarrivabile per tutti i suoi lavori successivi. Il che ha anche un fondo di verità: benché la sua carriera sia costellata da ottimi exploit, "Re-Animator" resta il più riuscito tra tutti i suoi film, grazie ad un perfetto equilibrio tra spaventi, risate e gore esagerato.


E pensare che quando Gordon si imbarca nell'avventura del suo esordio cinematografico, con alle spalle un'unica regia televisiva, pensava che avrebbe faticato a trovare un suo posto come filmmaker. Il progetto inizia come adattamento televisivo della prima parte di "Herbert West: Rianimatore", serie di racconti brevi che Lovecraft scrive per "Weird Tales" tra il 1921 e il 1922 e che, a quanto pare, considerava unicamente come un lavoro commerciale, ben lontano dai suoi esiti migliori. Al rifiuto della PBS, che bolla l'iniziativa come incompatibile con il contenuto televisivo dell'epoca, Gordon decide di rivolgersi al mediun filmico e incontra, quasi per caso, il produttore Brian Yuzna, all'epoca alla ricerca di un progetto che gli permettesse di affermarsi nel campo. Assicurati i diritti di distribuzione grazie ad un accordo con Charles Band, le riprese si svolgono in relativa facilità e, finito il montaggio, il film esce nelle sale venendo subito acclamato dal pubblico per la sua dose esagerata di splatter e umorismo e, quasi miracolosamente, anche la critica lo promuove, scrivendo come sia destinato a divenire un classico.
A 36 di distanza, questa perla horror tipicamente 80's non ha perso un grammo della sua forza, restando ancora folle e incredibilmente gustosa.




Dopo la morte del mentore, il Dr. Gruber (Al Berry), il giovane medico Herbert West (Jeffrey Combs) ritorna alla Miskatonic University in America per perfezionare i suoi studi su di un siero in grado di rianimare i morti. Qui incontra il giovane medico Dan Cain (Bruce Abbott) e lo coinvolge nei suoi folli esperimenti, mentre il diabolico Dr. Hill (David Gale) cerca di appropriarsi dei risultati da loro ottenuti per fini speculativi.




Nel processo di adattamento, Gordon e il fido Dennis Paoli mantengono giusto gli elementi essenziali della serie di racconti e li innestano in una storia originale. Il punto di vista viene affidato al personaggio di Dan, medico naif e idealista che si lascia corrompere dagli eventi, mentre West diventa quasi un elemento di disturbo, una figura luciferina e a-morale, perfetta declinazione del "Moderno Prometeo", tanto che l'intero film finisce per somigliare ad una rilettura moderna del mito di Frankenstein, un'opera di rielaborazione del classico che porta, come sovente nel cinema fantastico americano degli anni '80, ad un nuovo classico, un'iterazione con le medesime premesse, ma con una forza espressiva dirompente rispetto al passato. D'altronde, l'influenza del cinema classica è avvertibile sin dai titoli di testa, ricalcati su quelli di "Vertigo" e con uno score, di Richard Band, palesemente ispirato a quello di Bernard Herrmann per "Psycho"; il che, lungi dall'infastidire, dona un tocco genuinamente post-modernista al film.




Un plauso va fatto alla scelta del cast, composto da attori per lo più esordienti. Il trio Combs- Abbott- Crampton è perfetto e dotato di un'alchimia che risalta in ogni scena. Ovviamente è Jeffrey Combs a fare la figura del leone, con il suo stile calmo e al contempo istrionico, teatrale fin nel midollo e qui perfettamente incastonato nella messa in scena filmica. Ma un occhio di riguardo va anche al compianto David Gale, che con il suo volto alla Boris Karloff da vita ad un villain memorabile.




Lo stile di Gordon è al contempo perfettamente in linea con la sensibilità "giocattolosa" di tanto cinema exploitation degli anni '80, quanto profondamente personale. Non mancano i momenti comici, così come gli inserti che bucano la quarta parete (su tutti, la fine dei titoli di testa e la dissolvenza finale), ma la vicenda viene condotta in maniera seria. Gli elementi grotteschi sono del tutto collaterali, anche se perfettamente voluti non fanno mai scadere il tono verso il demenziale o il parodistico. Si riesce così ad affezionarsi ai personaggi dei due innamorati e al contempo ad essere affascinati da quello di West.




La regia spinge il limite del mostrabile su schermo; al momento della distribuzione, Brian Yuzna decise di non sottoporre il film al MPAA, con la conseguenza che la versione integrale venne distribuita al cinema, senza tagli né censure. E come con "Alien", "Evil Dead" e "La Cosa", anche "Re-Animator" riesce ad imporsi all'attenzione, oltre che per la dose esagerata di frattaglie, anche per una scena memorabile e "infilmabile": il cunnilingus tra la testa mozzata di un rianimato dr. Hill e la bellissima Barbara Crampton, vero e proprio inno al cattivo gusto che, paradossalmente, non finisce per scadere nel cattivo gusto vero e proprio e, anzi, riesce a divertire e inorridire senza offendere.
Il resto lo fanno gli effetti speciali, curati in parte da John Carl Buechler, il quali, nonostante il budget risicato, sono per lo più fantastici, con l'unica eccezione del gatto morto, il solo effetto che avrebbe meritato più attenzione.




"Re-Animator" è ancora oggi un piccolo gioiello horror, splatter e casinista, ma anche solido, esagerato, ma mai compiaciuto, un equilibrio perfetto che anche nel periodo d'oro del filone splatter-comedy non ha davvero pari.

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