di Lana & Lily Wachowski.
con: Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss, Laurence Fishburne, Hugo Weaving, Lambert Wilson, Monica Bellucci, Gloria Foster, Randall Duk Kim, Nathaniel Lees, Collin Chou, Harry Lennix, Jada Pinkett Smith, Harold Perrineau, Clayton Watson, Anthony Brandon Wong, Helmut Bakaitis.
Azione/Fantascienza
Usa 2003
All'indomai della sua uscita in sala, "Matrix" divenne un fenomeno popolare, oltre che un legittimo cult. I fan andarono oltre quello che nel film era effettivamente mostrato e, spronati dagli spunti che avevano effettivamente ispirato il duo di registe, trovarono significati nascosti e simbolismi astratti nelle peripezie di Neo, Morpheus e Trinity. "Matrix" diventa così la cosiddetta "Bibbia del XXI secolo", un pezzo di cinema che si fa testo filosofico a sua insaputa, ispirando masse di complottisti a formulare le più disparate teorie gnoseologiche ed esistenziali. Nulla che, in realtà, 50 anni di fantascienza post-moderna non avessero già fatto, ma in qualche modo il fenomeno si popolarizzò sino all'estremo.
Le Wachowski, dal canto loro, avevano grandi piani per la loro opera. "Matrix" non doveva essere più un semplice film, ma il primo tassello di una trilogia che potesse rivaleggiare con "Star Wars" e la allora recente saga del "Signore degli Anelli". Joel Silver e la Warner accolsero a braccia aperte l'idea di creare ben due sequel ad un film di successo, ma questa continuazione non sarebbe stata una semplice storia filmica, bensì un dittico con un'unica, grande e complessa trama, affiancato da un prequel e degli spin-off prodotti sotto forma di cortometraggi anime, da far dirigere ai migliori autori del medium sulla piazza, oltre che un videogame che narrasse una storia parallela, ad integrazione di quella narrata sul grande schermo.
"Matrix Reloaded" e "Matrix Revolutions" arrivarono in sala nel 2003, a distanza di sei mesi l'uno dall'altro ed il risultato fu sconvolgente: laddove il primo film era un perfetto mix di thriller e azione che usava ispirazioni filosofiche per portare avanti una storia prettamente di genere e che per questo funzionava perfettamente, i due sequel sono tanto ambiziosi sul piano narrativo, contenutistico ed estetico quanto goffi nell'esecuzione, sgraziati nello stile, afflitti da dialoghi tanto pretenziosi quanto risibili, due vere e proprie "fesserie" che credono di essere alta filosofia applicata alla Settima Arte.
La storiella elaborata dalle Wachowski e spalmata su due film da due ore e venti è facilmente riassumibile: Neo deve trovare l'Oracolo, questi gli dice che deve incontrare l'Architetto, ma per farlo avrà bisogno del Fabbricante di Chiavi, prigioniero del Merovingio. L'Architetto, a sua volta, dice a Neo di recarsi alla Sorgente, nel cuore dell'impero delle macchine. E questo e quanto, più o meno, ossia un mero pretesto per far muovere i personaggi da un punto A ad un punto B, con combattimento obbligatorio ad ogni sosta. E non sarebbe neanche male come trovata se almeno gli script non fossero pieni di buchi e controsensi.
L'Oracolo è un software delle macchine e alla richiesta del perché aiuti gli umani risponde praticamente con un'alzata di spalle (in "Reloaded"), altrimenti il film non potrebbe proseguire. Il Merovingio è anch'egli un software, ma non si sa per quale motivo è schiavo dei vizi della carne e sa cosa significhi, letteralmente, pulirsi il culo con la seta; come tutto ciò sia possibile non è dato sapere, così come il perché ad un certo punto abbia deciso di prendere in ostaggio il Fabbricante di Chiavi, forse perché restava sempre chiuso nel bagno sbagliato.
Non che con i personaggi umani vada meglio; quei pochi che vengono introdotti sono monodimensionali e dimenticabili: Locke è il semplice antagonista di Morpheus, con il quale è sempre arrabbiato perché una volta era l'uomo di Niobe, ora la sua donna... logica dice che dovrebbe essere il contrario, ma va bene lo stesso. Il consigliere Hamann è la figura paterna di cui nessuno sentiva il bisogno, mentre il Ragazzo (chiamato solo così) è un semplice fanboy di Neo simpatico come un'ernia, ma per lo meno il suo cortometraggio in "Animatrix" era uno dei più riusciti.
Il trattamento peggiore viene però riservato all'eroe e al villain. Per magia, nessuno ricorda più il volo di Neo sulla città alla fine del primo film ed è un vero peccato perché ora questo "eletto" è poco più del classico supereroe imbattibile e per sottolinearne lo status divino il duo di registe decide, saggiamente, di vestirlo come un monsignore. L'agente Smith, dal canto suo, è tornato ad esistere, non si sa come, ed ha anche acquisito l'abilità di duplicarsi (forse era una delle sue skill al level up giusto), come un vero e proprio virus che affligge Matrix... questo perché le macchine, nella loro infinita saggezza e lungimiranza, hanno deciso che gli anti-virus sono fuori moda, così come tutti i programmi di controllo software. Ma tant'è.
Se Neo è Superman, Smith è un arcinemico generico che non sa neanche lui ciò che vuole; in "Reloaded" sembra essere dalla parte delle macchine, ma in "Revolutions" sembra avere un piano tutto suo che concerne... sovrascrivere tutti gli essere umani? Per quale fine, ancora, non è dato sapere.
La parte action è migliorata, ma solo su carta. Le sequenze sono più lunghe e complesse, ma non per questo migliori rispetto al predecessore. Partendo dal presupposto che Neo è un Superman privo di punti deboli, tutta la tensione nei combattimenti che lo riguardano viene azzerata da subito. Ma quel che è peggio, la maggior parte delle sequenze d'azione sono inconsequenziali, non hanno né possono avere ripercussioni effettive sulla storia. Il caso più eclatante è quello del duello con Seraph, personaggio creato per il solo gusto di inserire una scena d'azione in più, che combatte con Neo perché "non conosci un uomo se non ti sei battuto con lui"... certo, come no. A cui segue il famoso scontro con "l'esercito" di Smith, puro onanismo visivo in cui la CGI mostra prepotentemente i suoi limiti, con i personaggi che a tratti diventano vistosamente dei manichini in computer graphic. Per poi arrivare alla lunghissima sequenza dell'autostrada, inutilmente complessa, ma per lo meno coinvolgente visto che vede protagonisti i "mortali" Trinity e Morpheus. Peccato che tra effetti invecchiati male, coreografia inutilmente complesse e i due famosi gemelli albini che finiscono scaraventati nello spazio da un'esplosione come in un cartone animato di Hanna & Barbera, alla fine a prevalere è lo sbadiglio.
La "filosofia" di "Reloaded" è poi sublime nel suo essere del tutto inconsistente. Si cerca di far riflettere lo spettatore sulla necessaria simbiosi tra uomo e macchina, ma il dialogo in merito è talmente privo di mordente da cadere a vuoto. L'agente Smith filosofeggia su come sia "lo scopo" a guidare le azioni di ciascuno... grazie tante, pensavamo che vi scontrasse per passare il tempo. Il Merovingio si lancia in una fantastica dissertazione su causa ed effetto... facendo eccitare una ragazza a caso per poterla concupire, proprio lui, che è puro software, per di più sposato con Monica Bellucci... forse anche i software sono frigidi? Fatto sta che quando invece le Wachowski hanno davvero l'occasione di riflettere sul caso di un software divenuto carne, con il personaggio di Bane, si guardano bene dal farlo, forse per non sembrare troppo nerd. Forse anche per questo hanno deciso di descrivere il futuro post-apocalittico come un gigantesco rave party, ossia per fare la figura delle tipe "in".
Negli ultimi 20 minuti la sceneggiatura da il meglio di se. Neo diventa un vero e proprio Gesù cyberpunk, riuscendo a riportare in vita i morti; quando esce da Matrix, scopre di avere i superpoteri anche nel mondo reale... peccato che poi in "Revolutions" le Wachowski si siano rese conto di aver creato un personaggio sin troppo perfetto e fanno finta che queste nuove abilità non siano mai esistite.
Al di là di una sceneggiatura ridicola e di una regia talmente veloce da non lasciare mai riprendere il fiato, a far specie è la totale mancanza di fantasia del film, che anziché espandere il mondo presentato nel predecessore, si limita a riciclarne concept ed estetica. Tant'è che si resta senza parole quando decide di mostrare l'esercito delle macchine come composto unicamente dalle seppie, uccidendo definitivamente la direzione artistica. Almeno gli umani sfoggiano degli inediti esoscheletri palesemente ripresi da "Aliens"... tanto che in "Avatar" Cameron ricambierà il favore prendendoli in prestito per la sua fantascienza finto-epica.
"Reloaded" riesce così non solo nell'impresa di essere un film brutto (oltre che monco, data la sua natura episodica), ma anche, assieme a "Revolutions", in quella di distruggere l'eredità di "Matrix"; la "saga" è presto diventata sinonimo di cinema idiota e pretenzioso, grazie alla natura cretina dei sequel, quasi delle vere e proprie parodie che si prendono fin troppo sul serio. E forse è proprio questa la definizione adatta, ossia quella di giochino che scimmiotta un altro film. Ma nelle parodie, per lo meno, l'umorismo è volontario.
Nessun commento:
Posta un commento