martedì 15 novembre 2022

La Stranezza

di Roberto Andò.

con: Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Renato Carpentieri, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Giulia Andò, Aurora Quattrocchi.

Commedia/Biografico

Italia 2022














Cercare di dare una forma all'ispirazione è sempre cosa ardua. Lo è ancora di più quando ad essere coinvolto è un artista come Luigi Pirandello. E lo è definitivamente se si cerca di dare un ordine al caleidoscopio di idee, sensazioni, frustrazioni ed emozioni che lo hanno portato alla creazione a quel capolavoro di rottura avanguardistica di "Sei personaggi in cerca d'autore", la cui modernità è ancora oggi, a 100 anni dalla sua prima messa in scena, incalcolabile.
Nonostante questo, Roberto Andò decide di cimentarsi in un'operazione rischiosissima, resa ancora più perigliosa dalla commistione con la commedia; il risultato, spiace dirlo, è purtroppo del tutto malriuscito.



Nella Sicilia alla vigilia degli anni '20 del '900, Luigi Pirandello (Servillo) torna al paese natio per seppellire la balia Maria Stella (Aurora Quattrocchi). Il caso lo porta ad incontrare i due becchini del luogo, Onofrio e Sebastiano (Ficarra e Picone), i quali si dilettano con il teatro e cercano di portare in scena un drammetto da loro creato, in un ambiente di certo non consono all'arte.




Un Pirandello già famoso, due persone comuni, non più giovani, che aspirano al successo teatrale. Da un lato la tradizione, anche prettamente siciliana, del teatro, dall'altra la volontà di distruggere ogni forma di falsità nella messa in scena per arrivare ad una forma di verità più viva, una autenticità che nell'arte troppe volte manca. Come si arriva al totale scompaginamento di un testo teatrale classico?
Per Andò la risposta è alquanto scontata: Pirandello si è trovato ad assistere da una piéce flagellata dagli imprevisti, con gli attori che escono dai personaggi per perseguire le proprie ossessioni e il pubblico, fonte di ispirazione per la storia, che la contesta drammaticamente. Il che finisce per sminuire la figura dell'autore, il suo genio e persino le sue ossessioni, che sovente si limitano a prendere la forma dei personaggi che lo perseguitano o dei flashback che descrivono il difficile rapporto con l'amata moglie.



Per la maggior parte del tempo, Andò si diverte a seguire i personaggi (immaginari) di Ficarra e Picone, finendo per inanellare tutti gli stereotipi sulla sicilianità possibili e immaginabili. Tra boss mafiosi paciosi, gelosie, corna e triangoli amorosi scassati, la mente corre al cinema italiano che fu, a Germi e Monicelli; ma se loro descrivevano personaggi simili quando questa realtà era ancora inedita e urgente, al giorno d'oggi non si può non categorizzarli come stereotipi e luoghi comuni, nonostante l'ambientazione d'epoca. E con l'aggravante che i siparietti comici alla fin fine non sono nulla di rimarchevole e neanche troppo divertenti.




Un'operazione che alla fine non rende giustizia a Pirandello, non ne dà una visione inedita, né più di tanto interessante. D'altro canto è forse impossibile cercare di descriverne il genio tramite un registro classico, con una storia canonica e adagiata su di uno script sin troppo quadrato, che ha un sussulto creativo solo nel finale. e alla fine ciò che resta è la solita bella prova di Servillo, oltre alla simpatia di Ficarra e Picone, forse gli unici comici televisivi odierni che funzionano davvero anche al cinema (con buona pace di Checco Zalone). 

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