lunedì 26 aprile 2021

Sound of Metal

di Darius Marder.

con: Riz Ahmed, Olivia Cooke, Paul Raci, Lauren Ridloff, Mathieu Amalric, Chelsea Lee, Domenico Toledo.

Drammatico

Usa 2019

















Perdere tutto per ricominciare o, meglio, cercare di ritrovare un proprio posto nel mondo. "Sound of Metal", esordio nella fiction di Darius Marder, collaboratore abituale di Derek Cianfrance, il quale a sua avrebbe dovuto dirigere tutta l'operazione, parte da una premessa melodrammatica per abbracciare la forma del ritratto umano, trovando un proprio spazio nella narrazione descrittiva pura e un catalizzatore perfertto nella bella prova di Riz Ahmed.


Ruben (Ahmed), assieme alla fidanzata Lou (Olivia Cooke) forma un duo punk-metal, ma la sua vita viene distrutta quando perde l'udito. Abbandonata per il momento la carriera, trova rifugio nella comunità di non-udenti diretta da Joe (Paul Raci), dove cerca, non senza problemi, di metabolizzare la sua nuova situazione.


L'handicap viene inizialmente descritto come un ostacolo, un dramma che sconvolge all'improvviso la vita girovaga, ma al contempo stabile del protagonista. Il dramma viene però lasciato sottotesto: l'approccio è di tipo oggettivo, con una macchina da presa quasi cassavetiana che, come da tradizione in tanto cinema indie americano, insegue il suo protagonista e si fonde con lui solo in alcuni attimi, dove è il sound design a fare da tramite tra personaggio e spettatore. Scelta vincente, che permette di immedesimarsi in un racconto altrimenti sin troppo freddo, dove tutto viene trattenuto.
La forza drammatica si rivela semmai grazie a Riz Ahmed, che porta in scena il suo personaggio in modo naturalistico ed empatico, riuscendo davvero a comunicare con uno sguardo tutto il suo isolamento.



"Sound of Metal" è in fondo questo, ossia la storia di una forma alienativa che trova il suo inizio nella disabilità ma che affonda inevitabilmente le sue radici nella velocità del mondo, la quale, se non seguita, porta via con sé ogni cosa buona. La storia di Ruben è quella di un uomo che cerca di rientrare in possesso della sua vita, solo per accorgersi di come questa non sia più sua, di come il suo posto nel mondo sia cambiato e come tutto quello che ha perso è ormai irrecuperabile, come l'udito divenuto una frazione di ciò che era anche a seguito di una costosa operazione e una ragazza che è riuscita a ritrovare il suo posto anche senza di lui.


Alienazione filtrata tramite una messa in scena diretta, naturalistica, che si distanzia il giusto dal personaggio ma che al contempo spesso risulta fredda, difetto veniale in una storia che riesce tutto sommato a convincere, ma non a coinvolgere davvero.

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