lunedì 12 aprile 2021

Godzilla vs Kong

di Adam Wingard. 

con: Millie Bobby Brown, Alexander Skarsgaard, Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Ogura, Eiza Gonzalez, Julian Dennison, Demiàn Bichir, Kyle Chandler, Kylee Hottle.

Fantastico/Azione/Catastrofico

Usa, Australia, Canada, India 2021















E si arriva allo scontro tra pesi massimi anche nel Monsterverse della Warner. Come in "Batman v Superman" e "Captain America: Civil War", anche "Godzilla vs Kong" porta le due icone del titolo ad un confronto senza esclusione di colpi. Il quale, come i più attente già sapranno, non è il primo match tra i due bestioni, ma, al contempo, non è neanche un remake di quel primo scontro datato 1962.


"King Kong vs Godzilla" (o "Il Trionfo di Kong" come conosciuto nel Bel Paese) è a suo modo un film importante. E' il terzo film dedicato al godzillosauro di Ishiro Honda, quarto per il gorilla di Cooper e Schoesdak, il primo nel quale ciascuno dei due si confronta con un avversario famoso (ma non il primo scontro tra kaiju in assoluto, primato ascrivibile a "Godzilla Raids Again", secondo film di Godzilla) nonché il primo film del franchise di Godzilla dove il tono da serio si fa faceto, vicino alle coordinate del cinema fantastico e della commedia, piuttosto che del dramma catastrofico. Resta, ad oggi, il film di Godzilla più visto e il suo status di cult è innegabile, nonostante sia invecchiato in modo orribile. e, per la cronaca, ha dato vita ad uno dei miti cinematografici più famosi, ossia quello del doppio finale: secondo la tradizione, esistevano due finali distinti allo scontro tra titani, uno, destinato alla distribuzione occidentale, dove è Kong a trionfare, un secondo, distribuito in Asia, dove invece è Godzilla ad uscire vincitore. Mito sfatato dopo quasi 40 anni, grazie alla circolazione dei dvd nipponici in Occidente: il vincitore è sempre Kong, all'epoca mostro decisamente più famoso rispetto al lucertolone radioattivo.


Il nuovo "Godzilla vs. Kong" riprende il racconto lasciato in sospeso nel precedente "Godzilla: King of the Monsters", con la sua Terra cava e i kaiju visti come forze della natura. Al timone, troviamo Adam Wingard, per la prima volta alla regia di un blockbuster vero e proprio e intenzionato a lavare l'onta lasciata sulla sua carriera dal poco memorabile adattamento di "Death Note". Operazione riuscita?


Wingard ha le idee chiare: in un film del genere non puoi né prenderti troppo sul serio, né troppo poco e, sopratutto, devi avere un occhio di riguardo per l'estetica. Per prima cosa, trasforma i personaggi umani in meri veicoli per far procedere i kaiju verso lo scontro. La trama, di fatto, è di quanto più scontato si possa immaginare: Godzilla e Kong sono vecchi rivali, pronti a scannarsi per la supremazia di re dei mostri; un multimilionario (Demiàn Bichir) convince uno scienziato (Skarsgaard) a portare Kong all'ingresso della cavità che attraversa la Terra per poterne esplorare gli anfratti. Godzilla li insegue, i due mostri si scontrano. Stop, questo è quanto serve, ossia un campo di battaglia su cui far muovere i due mostri. Tant'è che anche gli altri personaggi (il cospirazionista, Millie Bobby Brown e il suo aspirante fidanzato Julian Dennison) sono semplici motori degli scarni eventi.
Il tono è a tratti volutamente canzonatorio, tanto che la prima e l'ultima scena vedono Kong muoversi sulle note di canzoni spensierate, mentre si alza da letto e si fa la doccia! Al contempo, quando si tratta di prendersi sul serio, la situazione non mai davvero drammatica, rimanendo ancorata sui confini della spensieratezza. E quando si tratta di ritrarre le battaglie tra mostri, Wingard non si tira indietro, dando tutto se stesso.


Con un occhio al Del Toro di "Pacific Rim" e in coerenza con i suoi precedenti lavori, Wingard immerge l'azione in luci al neon e musica synth. Se il primo incontro tra Godzilla e Kong è spettacolare, quello principale ad Hong Kong è un vero e proprio trip allucinogeno, tra titani incavolati e palazzi avvolti dai neon che crollano. Sopratutto, Wingard sa quando ritrarre l'azione dal punto di vista umano e quando allargare il campo per riprendere i mostri nella loro intera grandezza e, con coreografie vivaci e precise, lo spettacolo è a dir poco imponente.


Uno spettacolo perfetto, gustoso sul piano estetico, ben congegnato su quello stilistico. E su tutto, Wingard azzecca anche la perfetta durata, ossia meno di due ore, creando un pop-corn movie sublime.

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