mercoledì 19 gennaio 2022

Pig

di Michael Sarnoski.

con: Nicolas Cage, Alex Wolff, Adam Arkin, Cassandra Violet, Julia Bray, Elijah Ungvary, Brian Sutherland, Beth Harper, Tom Walton, Nina Belforte.

Usa, Regno Unito 2021
















Nicoals Cage si è creato da solo la fama di attore stravagante, eccessivo, dannatamente folle e sopra le righe. E il caso ha voluto che la sua carriera imboccasse una strada stramba: stante la necessità di lavorare, a causa di una truffa che lo ha quasi ridotto sul lastrico, il buon Cage ha praticamente accettato ogni singolo ruolo gli venisse proposto, con la conseguenza che la sua carriera è ad oggi amena ma anche altalenante. E poi arriva "Pig", un film che avrebbe tutte le carte in tavola per essere definito "strambo", ma nel quale lui si muove in maniera eccelsa, regalando una performance magnetica e sussurrata, fulcro di un racconto contemplativo messo al servizio di una storia che in altre mani sarebbe potuta essere parodistica, ma che l'esordiente Michael Sarnoski dirige con pugno saldissimo e serissimo.



Rob (Cage) è un solitario che vive nei boschi e vive commerciando tartufi; la sua unica compagnia è data dal suo maiale, che lo aiuta nella ricerca dei funghi. Questo finché l'animale non viene rapito e lui non torna in città, facendo il diavolo a quattro per ritrovarlo.
Inutile dirlo, così nero su bianco la trama è praticamente identica a quella di "John Wick", solo con un suino al posto del cane. Ma le similitudini con la serie di Chad Stahelski e David Leitch finirebbero praticamente qui, se non fosse per la volontà, non dissimile, di creare un universo alternativo, un mondo sotterraneo dove gli chef prendono il posto dei killer prezzolati. Ed è questa la caratteristica più bizzarra di "Pig": al di là della storia personale del suo protagonista, porta in scena un mondo stilizzato nel quale i cuochi sono rockstar potenti come boss mafiosi e sono pronti a tutto per affermarsi sul prossimo.
Ma a Sarnoski non interessa la stilizzazione, né l'esagerazione. Il mondo creato è al servizio della storia personale di Rob e permette al regista/sceneggiatore di dare un piccolo affondo all'ossessione odierna per la culinaria, per l'importanza che viene data al cibo, per un industria diventata arte nel senso peggiore del termine, con chef che si scapicollano per creare piatti senz'anima e senza gusto, pronti per essere venduti a prezzi esorbitanti a clienti ai quali non interessano i gusti, quanto l'etichetta di lusso.


La narrazione è tutta basata sul senso di perdita, sulla solitudine di Rob, il suo alienarsi da un mondo che non comprende e che forse non ha mai compreso, dal quale si è sganciato a seguito del lutto e verso il quale non prova il minimo interesse. Da qui la performance misurata ed empatica di un Nicolas Cage che ci ricorda come, sotto la patina di attore pazzo e simpatico, si celi ancora un interprete solido.
Performance che fa il paio con l'atmosfera scostante, veicolo della vacuità esistenziale del personaggio che trova un'ottima rappresentazione; la quale, purtroppo, pecca però di una regia sin troppo canonica, tutta fatta di camera a mano e silenzi, come tanto cinema indie americano propina da quindici anni a questa parte.


Convenzionalità che in parte affossa un visione altrimenti interessante, un film piccolo e mesto, ma tutto sommato perfettamente riuscito.

2 commenti:

  1. Nicolas Cage e interpretazione misurata messi insieme bastano già a far crescere ancora di più la curiosità che ho nei confronti di questo film.

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    1. E' un binomio strano da sentire, per questo merita ancora di più di essere visto ;)

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