con: Andrew Garfield, Alexandra Shipp, Robin de Jesus, Vanessa Hudgens, Joshua Henry, MJ Rodriguez, Jonathan Marc Sherman, Bradley Whitford.
Biografico/Musical
Usa 2021
Composta da Jonathan Larson all'incirca nel 1991, "Tick, Tick... Boom" è un'opera particolare anche nell'ameno panorama off-Broadway. In essa, il compianto compositore (scomparso a soli 35 anni, alla vigilia della prima del suo capolavoro "Rent") rielabora il periodo della sua vita che va dai 29 ai 30 anni, momento nel quale si accorge che la sua carriera da artista cominciava forse a decollare, o forse no, mettendo in discussione tutta la sua vita, le sue scelte e le sue credenze. Eseguita dal vivo dallo stesso Larson, accompagnato da una piccola rock band, la performance originale sprizzava energia da tutti i pori e ben faceva presagire il talento immane del suo autore.
Lin-Manuel Miranda, dal canto suo, è invece un autore che ha conosciuto il successo praticamente fin da subito: raggiunto il successo già a 22 anni, è una delle firme più giovani nel panorama del musical e la sua fama è già immortale. Che sia proprio lui ad adattare la pièce biografica di Larson, quindi, è cosa alquanto stramba.
Pièce che aveva già in sé dei difetti che la potrebbero rendere ostica ad un certo tipo di pubblico, dovuti alla particolare visione della vita di Larson. Bohème convinto, l'artista preferiva vivere nella povertà più ottusa piuttosto che "concedersi" al lavoro. Cosa ci sia di male nel lavorare nel campo pubblicitario come gavetta per opere migliori o, più semplicemente, per potersi permettere di dedicarsi senza pensieri a lavori più "artistici" è un concetto che viene mostrato, ma mai spiegato. La particolarità di Larson, da questo punto di vista, sta nell'accettare in modo totale uno stile di vita antiquato (inutile dire come risalisse già all'epoca al secolo precedente) e falsamente liberatorio, visto che, ad ogni modo, ogni essere umano ha pur sempre bisogno di mangiare. E il lavoro presso un'agenzia pubblicitaria, per quanto "bieco", "anti-artistico" e "capitalistico", talvolta è il modo migliore per farsi notare nel mondo dello spettacolo. Vien da ridere, inoltre, quando il problema sembra venire affrontato nei dialoghi, solo per poi glissare sulle problematiche personali del personaggio di Michael, lasciando la questione in sospeso in modo ai limiti del codardo.
Se già questa considerazione può far storcere il naso, il fatto che ha portarla su schermo sia proprio Miranda la rende persino ipocrita: non per nulla, mentre questo suo biopic musicale raccoglieva consensi in streaming, il suo lavoro fatto per la Disney in "Encanto" gli garantiva le entrate necessarie per sopravvivere. Quando si dice la coerenza.
Stando poi alla biografia di Larson in sé stessa, questa può apparire riduttiva così come presentata in questa sua opera. La sua è la storia di un artista frustrato, alle prese con quella che crede essere l'opera della sua vita (l'avvenieristico "Superbia", ispirato a "1984" e oggi a dir poco profetico) e la genesi di quella che invece sarà l'opera per la quale verrà ricordato (ossia "Rent"). Districandosi tra una tormentata love-story, una serie di amicizie minacciate dall'HIV e la ferrea volontà di successo, il suo percorso è uguale a quello visto in mille altri biopic, sia al cinema che a teatro.
A fare la differenza sono così le sole prove musicali: le canzoni originali sono orecchiabili, anche se mai davvero memorabili, ma le prove degli attori, queste si, memorabili lo sono davvero. Capitanato da un Andrew Garfield scatenato, il cast regala emozioni a volontà incarnando alla perfezione i personaggi di Larson e le loro idiosincrasie.
Se la visione viene così comunque salvata, resta il dubbio sulla necessità di tale adattamento. L'opera originale aveva senso se inserita nel periodo personale dell'autore, questa rievocazione, invece, è più un omaggio all'uomo che all'artista, lasciando molto il tempo che trova. Tant'è che, forse, sarebbe stato meglio creare un nuovo adattamento di "Rent", visto quello deludente fatto nel 2005 da Chris Columbus. O, meglio ancora, magari un'opera originale che parlasse direttamente della genesi di "Rent", approfondendo alcune delle tematiche più drammatiche e interessanti che qui sono invece solo abbozzate.
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