lunedì 28 febbraio 2022

Occhiali Neri

di Dario Argento.

con: Ilenia Pastorelli, Asia Argento, Andrea Gherpelli, Mario Pirrello, Maria Rosaria Russo, Gennaro Iaccarino, Andrea Zhang.

Thriller

Italia, Francia 2022

















L'ultimo film riuscito di Dario Argento risale al 1993 ("Trauma"), l'ultimo film che ha diretto ("Dracula 3D") è un' offesa alla sua stessa carriera e allo status di "Maestro del Brivido" che aveva giustamente guadagnato, oltre che al buon senso in generale. La sua carriera ha subito un collasso a partire dagli anni '90 e ha raggiunto un punto di distruzione totale con gli ultimi quattro film. E ad 82 anni, di certo nessuno si aspettava un ritorno alla forma con quest'ultimo "Occhiali Neri", progetto che sembrava dovesse partire già all'indomani di "Non ho sonno" ma che arriva nelle sale solo adesso. Invece, con un twist degno di un giallo, Argento riesce bene o male a sorprendere in positivo: questa sua nuova fatica non è certo un ritorno al suo periodo d'oro, né un thriller particolarmente memorabile, ma ha il grosso merito di essere un film decoroso, tutto sommato ben diretto e che riesce a non scadere mai, miracolosamente, nel ridicolo.


La storia è da giallo italiano classico: assassino con i guanti neri terrorizza le escort romane. Una giovane ragazza, Diana (Ilenia Pastorelli), sopravvissuta ad un suo attacco, perde la vista e si ritrova a dover riorganizzare totalmente la sua vita, oltre a dover badare al piccolo Chin (Andrea Zhang), i cui genitori sono morti a causa del killer.
La struttura del whodunnit viene in parte abbandonata; più che sul mistero dell'identità del killer, ora quantomai secondario, Argento si concentra sul personaggio di Diana, sul suo status di non-vedente e su come questo improvviso dramma le ha sconvolto la vita. Il rapporto con il figlio adottivo ricorda in parte quello tra il personaggio di Karl Malden e Cinzia De Carolis in "Il Gatto a Nove Code", ma qui ha un ruolo centrale, divenendo parte del cuore della narrazione.
Questa si discosta in parte dal classico thriller nella prima parte adagiandosi sulla descrizione dei personaggi e, tutto sommato, convince; manca di certo l'originalità nel tratteggiare i protagonisti, ma il loro ritratto finisce per funzionare.


Dove la mano di Argento risulta stanca, purtroppo, è proprio nella componente "di genere"; manca vera tensione nelle sequenze degli omicidi, che si risolvono ora più che mai in un semplice bagno di sangue atto a sfoggiare i sempre ottimi effetti speciali di Sergio Stivaletti; tensione che cala in realtà anche durante la lunga sequenza dell'isneguimento nell'ultima parte, che pur ben condotta, non riesce davvero a sorprendere.
Come thriller, in pratica, "Occhiali Neri" non funziona a dovere e tanto basterebbe per stroncarlo. Se non fosse che, almeno, riesce bene o male a non scadere mai nel ridicolo, nonostante la recitazione "naturalistica" della Pastorelli, che sembra impegnata sul set di un dramma televisivo piuttosto che su quello di un film di genere, o, ancora, quella acerbissima del piccolo Zhang, ovviamente dovuta alla sua inesperienza. 
Mediocrità compensata dal gusto di Argento, che sa ancora come portare su schermo le sue visioni. In generale, la messa in scena è ferma e riserva qualche bella sorpresa nell'uso delle soggettive, con uno stile più statico rispetto a quanto  ci abbia abituato, ma lo stesso di buona fattura. Così come di ottima fattura sono gli stunt, eseguiti a regola d'arte, degni di un action vero e proprio. E persino le belle musiche di Arnoud Rebottini (ma in origine Argento voleva niente meno che i Daft Punk) riescono a trasmettere un ottima sensazione onirica, oltre a risultare perfettamente feroci quando devono.


"Occhiali Neri" è così un film piccolo e imperfetto, ma che ridà finalmente lustro ad una filmografia che sembrava persa nel pozzo nero dell'umiliazione. L'Argento migliore è ormai andato, ma per lo meno la decenza è di nuovo alle porte.

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