con: Maika Monroe, Karl Glusman, Burn Gorman, Madalina Anea, Gabriea Butuc, Cristina Deleanu.
Thriller
Emirati Arabi Uniti 2022
---CONTEINE SPOILER---
L'ombra lunga di Hitchcock è impossibile da evitare; sia esso un paragone diretto o un debito di ispirazione anche solo parziale, il confronto con il lascito con il Re del Brivido continua a sussistere anche a oltre quarant'anni dalla sua scomparsa. Il che è ovvio, data la caratura incredibile del suo corpo di lavoro e il ruolo seminale di alcuni dei suoi film più celebrati.
Ma Chloe Okuno, al suo esordio nel lungometraggio, questo lo sa benissimo e decide di variare la formula classica di "La Finestra sul Cortile" adottando la prospettiva, in parte nuova, della vittima.
Julia (Maika Monroe) si trasferisce a Bucarest assieme al fidanzato Francis (Karl Glusman). Caduta in una spirale depressiva a causa del trapianto forzato in un paese straniero, deve anche fare i conti con la minaccia di un serial killer, detto "il ragno", che si aggira per il quartiere; e, soprattutto, con uno strano vicino che sembra da lei ossessionato.
La paranoia è ovviamente il tema centrale, all'inizio nelle forme di un semplice stato mentale alterato a causa di quello spaesamento proprio di tutti gli americani che si trovano a vivere all'estero, letteralmente prigionieri di una città che non comprendono.E la Okuno riesce magnificamente a ritrarre una Bucarest "estranea", dalle strade labirintiche, i cui anfratti sono pronti a celare segreti oscuri, ma la sua attenzione è posata principalmente sullo sconforto interiore e interiorizzato di Julia.
Rallentando l'azione sino al climax, lo sguardo si insinua verso l'insicurezza, la paura paralizzante di qualcosa di oscuro ma sempre presente. La tensione è buona e rende così digeribile una storia convenzionale, che viene però ricontestualizzata dal colpo di scena finale.
La scoperta che Weber, il vicino interpretato da Burn Gorman, è effettivamente l'assassino rende tutto quanto visto in precedenza nuovo. Neanche questa è una trovata inedita, ma permette all'autrice di presentare un discorso sulla violenza e la paranoia più riuscito del solito: Julia non è folle, la sua ossessione è in realtà fondata. E la Okuno evita saggiamente la trappola più ovvia, ossia quella di caratterizzare le figure maschili come i classici stronzi insensibili: il loro scetticismo è in realtà ben riposto, dato non solo lo il di lei stato di straniamento, ma anche a causa della caratterizzazione di Weber, quella di deviato stretto in una vita miserabile, che ad un primo sguardo lo fa apparire come semplice persona comune.
La rivelazione finale è però anche arma a doppio taglio: se da un lato permette un discorso riuscito a favore delle donne vittime di violenza, dall'altro appiattisce l'aspetto "di genere" della vicenda, rendendola un semplice thriller su di un gioco del gatto con il topo.
Poco male, in fin dei conti, visto che la regia dimostra un buon mestiere (regalando anche una bella citazione de "Il Bacio della Pantera" di Tourneur nella scena della metropolitana) e il cast è ottimo: Maika Monroe si conferma attrice solida oltre che bella, mentre Gorman, con quel suo faccione asimmettrico, oltre ad essere perfetto per il ruolo, dona anche una performance trattenuta di sicura efficacia.
Nessun commento:
Posta un commento