mercoledì 5 luglio 2023

I Cavalieri dello Zodiaco

Knights of the Zodiac

di Tomek Baginski.

con: Mackenyu, Madison Iseman, Diego Tinoco, Famke Jenssen, Sean Bean, Mark Dacascos, Caitlin Hutson, Nick Stahl, T.J. Storm, David Torok.

Fantastico/Azione

Usa, Giappone, Ungheria 2023











Chissà cosa ha davvero spinto la Toei a produrre questo adattamento live-action del 
"Saint Seiya" di Masami Kurumada; di sicuro non la volontà di creare un blockbuster, visto il budget miserevole stanziato; tantomeno quello di rivendere un marchio collaudato, visto che arriva a neanche dieci anni di distanza dal cocente flop di "La Leggenda del Grande Tempio". Forse si tratta della più bieca manovra speculativa, ossia la volontà di avere un grosso ritorno economico sulla base di un minimo investimento, basandosi più che altro sulla larghezza di un fandom che invece non ha (saggiamente) abboccato, disertando le sale e evitando i relativi blu-ray.
Fatto sta che questo "Knights of the Zodiac" rientra appieno nel filone degli adattamenti occidentali di franchise nipponici, rappresentando di certo non il peggiore exploit, ma neanche uno dei migliori, configurandosi come un film più sbagliato che brutto e per questo del tutto dimenticabile.



La trama è presto detta e ricopre la primissima parte del manga: Seiya (Mackenyu, oramai specializzatosi nell'incarnare personaggi anime) deve reclamare l'amatura di Pegasus e difendere la reincarnazione della dea Athena Saori, qui ribattezzata Sienna (Madison Iseman), dai loschi piani di Vander Guraad (Famke Jenssen), la quale è coadiuvata dal Saint reietto Nero (Diego Tinoco), portatore dell'armatura di Phoenix.
Adattamento che riprende parte di quanto fatto dalla brutta serie in CGI prodotta da Netflix (e giustamente cassata dopo un'unica stagione), con l'introduzione del personaggio di Guraad, sorta di villain che chissà per quale motivo sostituisce anche qui il Gran Sacerdote e che con una stramba operazione di gender bender ha ora il volto della sempre bella Famke Jenssen. Ikki di Phoenix, d'altro canto, viene ispanicizzato per ragioni ancora più oscure, forse per evitare di avere anche un cattivo asiatico, e diventa Nero, qui mero braccio violento di una cattiva senz'anima.




Il difetto cardine di tutta l'operazione (e non l'unico) è il budget troppo basso per un film del genere. Per motivi di soldi i combattimenti sono ridotti all'osso e l'unico vero scontro tra Saint è quello finale tra Pegasus e Phoenix. Per dare corpo a quello che è sostanzialmente un action ad ambientazione fantastica ecco dunque arrivare l'immancabile sequenza di addestramento e l'ancora più immancabile scena d'apertura con un combattimento clandestino. Quel che fa strano è vedere come a combattere nell'arena di un club underground ci sia Cassios, il rivale di Seiya per l'armatura, che qui è un semplice combattente che vuole sconfiggere il ragazzo perché... non ha finito un combattimento. E fa ancora più strano vedere nei panni dell'ex gigante quel Nick Stahl che ora può purtroppo essere annoverato tra le più grandi promesse mancate di Hollywood. E fa decisamente più strano vedere Mark Dacascos sprecato nei panni del maggiordomo Mylock. Per non parlare, da ultimo, del gigantesco T.J. Storm nei panni di un personaggio accreditato come Docrates, nel manga il titanico cavaliere di Heracles, qui ridotto ad un semplice tizio a caso che passa tutto il tempo legato ai ceppi.
I pochi soldi impediscono persino di mostrare tutti i personaggi principali: non c'è traccia alcuna degli altri tre cavalieri di bronzo Shiryu, Shun e Hyoga, mai neanche nominati (solo l'armatura di Andromeda appare di squincio in un arazzo). E persino la storia di Phoenix, della sua ricerca personale, del perché voglia l'armatura d'oro del sagittario e perché abbia davvero tradito Athena non trovano risoluzione alcuna, neanche accennata, forse nella speranza di un sequel o forse per risparmiare persino sui dialoghi e sui flashback.
Alla fine tutta l'operazione finisce per ricordare quel "Street Fighter- La Leggenda di Chun-Li", che pure adattava al cinema una serie basata sui combattimenti tra personaggi pittoreschi azzerando la componente spettacolare, appiattendo la componente fantasiosa e riportando tutto nelle coordinate di una sorta di realismo che finiva per rendere la visione insipida.



Quando "Knights of the Zodiac" può permettersi di mostrare qualcosa di originale e di legato al manga, i limiti sono quelli che sono, con una CGI vetusta e un reparto costumi che (tolte le quattro armature che si vedono su schermo) tende al risparmio anche nel design, tanto che in queste poche e sparute scene sembra di assistere invece ad una specie di "Guyver" di Brian Yuzna (il primo film, ovviamente) con i Saint al posto dei zoanoidi. Il design dei Black Saint, qui dei semplici cyborg, è a dir poco anonimo e cozza con il bel lavoro svolto sulle armature dei Saint, che per quanto possa non piacere svecchia un design originale che in live-action difficilmente avrebbe funzionato.
La regia di Tomek Baginski è di stampo televisivo (non per nulla viene dalle serie in streaming, su tutte quella di "The Witcher), si affida a tutti cliché moderni e arriva persino a filmare un inseguimento automobilistico in CGI che fa tornare alla mente alcuni orrori che si speravano essere stati sepolti alla fine degli anni '00 e che invece di tanto in tanto ritorno con vendetta. In generale il suo stile funziona, anche se azzarda un montaggio troppo spezzato che a tratti non rende giustizia al fluire dell'azione e della narrazione.




Cosa resta alla fine di questo "Knights of the Zodiac"? Poco o nulla. Buona parte del cast è azzeccato (Mackenyu e Diego Tinoco su tutti) e i vecchi leoni Sean Bean e Famke Jenssen dimostrano professionalità pur se incastrati in ruoli monodimensionali in una produzione poverissima. Per il resto resta davvero sul dubbio il perché di un film del genere, che ha poco da dire e finisce per dirlo anche male, intrattiene senza coinvolgere, non stupisce e non rende giustizia al lascito di "Saint Seiya", che pur avrebbe del potenziale su grande schermo. E' vero che a livello di adattamenti occidentali di manga si è visto molto di peggio ("Dragonball Evolution" su tutti), ma quella qui dimostrata è una mediocrità assoluta e irredimibile.

2 commenti:

  1. Un circolo vizioso impossibile da spezzare, i nerd vogliono un film per legittimare il loro amore per un'opera, non ne capisco il senso, ancora meno di adattarlo così per il cinema, una pezzentata fatta e finita. Cheers!

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