lunedì 5 agosto 2024

The Well

di Federico Zampaglione.

con: Lauren LaVera, Claudia Gerini, Giovanni Lombardo Radice, Linda Zampaglione, Jonathan Dylan King, Denise McNee, Lorenzo Renzi.

Horror/Gore

Italia 2023

















Zampaglione è uno di quelli che ci crede davvero. Come Alex Infascelli prima di lui, è convinto che sia possibile fare cinema horror low budget in Italia, che sia ancora possibile creare film il cui appeal sia tutto nella violenza eclatante e nulla più. Un cinema che vive di spavento e disgusto, ancorato alla tradizione nostrana, ma che per forza di cose al giorno d'oggi difficilmente può avere la forza che aveva quasi mezzo secolo fa.
The Well è in senso lato un'opera dovuta, visto che si configura come un omaggio diretto al gore italiano degli anni '70 e '80; e da questo punto di vista, la passione dell'autore risulta davvero apprezzabile.




















1993. La giovane restauratrice americana Lisa (Lauren LaVera) si reca in un paesino della provincia italiana per riportare alla luce un quadro appartenente alla nobildonna del luogo, la bella Emma (Claudia Gerini). Nella villa della donna, è preda di strane visioni, mentre un gruppo di suoi conoscenti viene rapito e si risveglia in una prigione con uno strano pozzo al centro...




















Zampaglione pesca a piene mani dalla tradizione, riportando in primo piano alcuni dei topoi, in particolare, del cinema del mai dimenticato Lucio Fulci. Da L'Aldilà arriva il flashback color seppia, così come l'atmosfera sottilmente malata; il gore, altissimo e di ottima fattura, sfoggia un'asportazione oculare, vero e proprio marchio di fabbrica del padrino del filone. E sempre in suo omaggio, c'è un bel cameo "splatter" del compianto Giovanni Lombardo Radice, qui in una delle sue ultime apparizioni. Da Argento arrivano poi i virtuosismi hitchcockiani, come la 360 shot e la celebre inquadratura con la protagonista che si abbassa per disvelare qualcuno alle sue spalle, così come l'idea di una ragazza americana che si reca in Europa per poi essere risucchiata in un vortice d'orrore. Da La Casa delle Finestre che Ridono di Avati arriva ovviamente l'incipit di un'estraneo chiamato a restaurare un dipinto sito in un paesino di provincia che nasconde orribili segreti. 






















Questi sono solo i rimandi più espliciti. Il lavoro di Zampaglione non si limita, tuttavia, alla semplice compilazione di una serie di citazioni, ma si esplicita nella volontà di ricreare quel tipo di cinema, solo con il digitale al posto della pellicola e poche altre differenze.
La trama è inesistente, un puro pretesto per imbastire sequenze di tensione che culminano nello splatter, i personaggi sono solo abbozzati, hanno il minimo di caratterizzazione richiesta per far procedere gli eventi. Nulla che possa davvero compromettere la visione di un film che vuole omaggiare la tradizione, ma sarebbe stato bello avere qualcosa in più di una semplice rievocazione del passato. Persino il cast presenta una serie di comprimari dalla recitazione acerba, sempre in omaggio alla tradizione. In compenso, le protagoniste se la cavano bene, con Lauren LaVera che continua la sua carriera da scream queen dopo il cult Terrifier 2 e la piccola Lidia Zampagliane che riesce ad essere tutto sommato credibile.
Tutto il film è basato sulla suspense, tutto sommato ben eseguita, e sugli effetti granguiognoleschi, davvero di ottima fattura. Il limite è così intrinseco alle intenzioni, ossia quello di creare un prodotto di genere che sia tale e nulla più. Un'onestà di fondo apprezzabile, ma che finisce per compromettere tutta l'opera.



Zampaglione, inoltre, non ha certo l'occhio per la messa in scena e la raffinatezza di un De Feo, né riesce ad imbastire una regia degna dei numi di riferimento. Anzi, la costruzione delle singole scene è talvolta dozzinale, basata sulla più semplice alternanza tra master e singole inquadrature più strette, vanificando anche parte della tensione, che a tratti avrebbe richiesto una maggiore inventiva; senza contare come l'ombra del ridicolo involontario si affaccia sovente, fortunatamente senza mai palesarsi del tutto.
Rozzo quanto si vuole, The Well è tutto sommato un'opera apprezzabile nella sua natura di pura rievocazione e omaggio; un film fatto da un appassionato per un pubblico di appassionati, che farà certamente storcere il naso anche ai patiti del cinema horror un filo più esigenti, ma che non si può e non si deve disprezzare più di tanto.

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