giovedì 25 aprile 2013

Pusher 3- L'Angelo della Morte

Pusher 3

di Nicolas Winding Refn

con: Zlatko Buric, Marinela Dekic, Slavko Labovic, Ramadan Huseini.

Danimarca (2005) 














---SPOILERS INSIDE---

Terzo capitolo della saga di "Pusher", girato subito dopo lo splendido "Pusher II- Sanuge sulle Mie Mani", "L'Angelo della Morte" rappresenta la chiusura perfetta della trilogia che, come un cerchio, si ricollega magistralmente ai temi del primo capitolo del '96.


Usciti di scena Franck e Tonny, è ora il boss di origine albanese Milo (Zlatko Buric) ad essere il nuovo centro della narrazione; in 24 ore assistiamo alla sua discesa agli inferi, simboleggiata dalla perdita del potere che un tempo deteneva.



Se il Primo Pusher è la descrizione di un Purgatorio perenne e il secondo è la canzone disperata di un reietto, il terzo Pusher è l'implosione dell'esistenza di un padre al crepuscolo; in 24 ore assistiamo alla sconfitta totale di Milo, il quale cerca in ogni modo di essere un buon padre, un cuoco, un boss rispettato e di disintossicarsi; tuttavia, una serie di eventi lo porterà da tutt'altra parte, verso una sconfitta annichilente che lo ridurrà, come Frank, ad una non-esistenza, questa volta dovuta alla negazione di ogni istanza di affermazione.



In un crescendo più crudo che mai, Milo il cuoco fallirà pedissequamente nel servire le proprie pietanze, il padre non riuscirà mai ad avere un rapporto paritario con la volitiva figlia, che lo tratta, di volta in volta, come un vero e proprio oggetto e il boss si vedrà mettere i piedi in testa dai suoi soci più giovani; il tutto causerà il crollo mentale del personaggio, che, grazie al ritorno di Kurt, qui vero e proprio angelo del Male (non per nulla entra in scena sfoggiando una maglia con su scritto "Enemy of the State" e 666), lo porterà di nuovo nel circolo vizioso dell'eroina; mentalmente a pezzi, tenterà di riprendersi la dignità difendendo una giovane schiava bianca dai suoi sfruttatori e punendo il socio che lo ha tradito, ma riuscirà solo a peggiorare le cose: la sua rivendicazione di superiorità diviene distruzione dell'avversario, la quale però non porta a nulla, se non alla perdita di ogni punto di riferimento; Milo, alla fine, sarà sconfitto: perduto il suo ruolo centrale nella malavita organizzatta, perduto il suo ruolo di padre e, sopratutto, perduta ogni dignità, si ritrova faccia a faccia con il Nulla, il vuoto disperato che ha fagocitato Franck e che ora rischia di inglobare anche lui.


Lo stile di Refn qui si fà ancora più crudo: la violenza, sopratutto nell'ultima alluciante parte, viene mostrata direttamente; la distruzione di Milo viene infatti simboleggiata dalla distruzione materiale del corpo dello sfruttatore polacco, maciullato come in un mattatoio; una morte truce e del tutto fine a sè stessa, pefetto emblema dell'inutilità della battaglia di un protagonista già sconfitto in partenza; il ritmo si fa più lento e riflessivo, per permettere allo spettatore di entrare al meglio nella psiche di un personaggio complesso e sfaccettato.
"Pusher 3" è la conclusione magistrale di una trilogia slendida: un canto di disperazione di tre reietti al limite della dignità umana, magnificamente dipinti dallo stile iperbolico ed iperrealisti di un reagista che, tempo qualche anno, verrà giustamente riconosciuto come un grande autore.


EXTRA:

Mash-Up con le opening dell'intera trilogia.


 

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