venerdì 19 aprile 2013

Tartarughe Ninja alla Riscossa

Teenage Mutant Ninja Turtles

di Steve Barron.

con: Josh Pais, Michaelan Sisti, Leif Tilden, David Forman, Judith Hoag, Elias Koteas, Kevin Klash, James Sato, Raymond Serra, Sam Rockwell.

Fantastico/Avventura/Azione

Usa, Hong Kong (1990)













Vero e proprio cardine dell'intrattenimento per bambini negli anni '80 e '90, le "Teenage Mutant Ninja Turtles" (o semplicemente "Tartarughe Ninja") rappresentano un singolare caso di franchise di successo maintstream che paradossalmente affonda le sue radici nel fumetto underground.
Era inftti il 1984 quando Kevin Eastman e Stuart Baird decidono di fondare una propria casa editrice, mettendo in gioco i pochi risparmi personali e con un fido da parte di un partente di Eastman, per cercare di entrare nel mondo dei comic indipendenti.
L'idea principale di Eastman è alquanto stramba e a dir poco eterogenea: un gruppo di testuggini battezzate con i nomi dei principali artisti rinascimentali, affamate di pizza e che vivono nelle fogne di New York e combattono a suon di ninjutsu contro un malvagio clan di guerrieri metropolitani. Idea che definire folle o anche solo "strampalata" sarebbe riduttivo, tanto da chiedersi come abbia fatto ad averla. La risposta è in realtà quanto mai semplice.




Era infatti la prima metà degli anni '80 quando Frank Miller scriveva per la Marvel il suo ciclo su "Daredevil", il quale, reinventando storia e caratterizzazione del personaggio, otteneva un ottimo riscontro di pubblico e critica. La storia di questo ninja metropolitano, alle prese con un clan antico e arcano come nemico, fornì la base per la storia che Eastman avrebbe elaborato; debito di ispirazione che si fa palese quando si legge il primo numero di"Teenage Mutant Ninja Turtles", dove si scopre che l'incidente che ha permesso alle Tartarughe Ninja di divenire umanoidi è lo stesso nel quale il giovane Matt Murdock ha perso la vista. Cross-Over che diventa anche simpatica parodia quando Eastman battezza il clan di cattivi "Il Piede", in opposizione a "La Mano" di Miller. 



Il primo ciclo di avventure delle Turtles è una origin story pubblicata in un lividissimo bianco e nero per contenere i costi di stampa, nella quale le quattro tartarughe, dopo un intenso addestramento da parte del loro maestro, il topo mutante Splinter, vendicano l'ex padrone di quest'ultimo, combattendo e sconfiggendo Oroku Saki, ex capo di un clan ninja che, giunto a New York, aveva ucciso il proprio rivale e fondato un clan ninja dedito alla criminalità.





Una storia di vendetta, quindi, dai toni seriosi e cupi, che però nel 1987 viene trasposta in un cartone animato per bambini dai toni scanzonati e dai colori sgargianti, viatico per la vendita del relativo merchandise targato Playmates Toys; le Tartarughe Ninja divengono così un fenomeno di massa per i più piccoli, che corrono a comprare ogni tipo di prodotto con il loro brand, tra i quali figurano anche giochi da tavolo, videogames e perfino prodotti alimentari (!!!).



Successo di portata mondiale che convince, alla fine degli anni'80, gli studios hollywoodiani a crearne un adattamento live-action; produzione del tutto indipendente (la New Line all'epoca non era ancora una major), finanziata in parte dalla mitica casa Hongkonghese Golden Harvest, che si avvale del mitologico Jim Henson's Studio per gli effetti speciali, "Tartarughe Ninja alla Riscossa" non è la semplice trasposizione del cartone animato su pellicola, quanto un adattamento del fumetto originale di Eastman e Laird.



In pieno stile anni '80, l'atmosfera è cupa: abbandonati i colori sgargianti della televisione, la maggior parte del film è ambientato di notte, in una New York sporca e violenta; Shredder, non più il buffone del cartone animato, è qui un villain violento e spaventoso, che recluta giovani adolescenti per compiere furti e rapine e che si muove esclusivamente nel sottosuolo.
Non si tratta, quindi, di un semplice film per bambini, quanto di una produzione che cerca di fare leva sui giovani adolescenti; e, di fatto, protagonista pressoché assoluto non è il quartetto di ninja al completo, quanto il solo Raffaello, qui descritto come un adolescente in cerca dell'accettazione da parte del mondo, figura con la quale qualsiasi giovane ragazzo può identificarsi. La storia turpe del comic, per quanto edulcorata, viene condotta con massima serietà; i toni sono talvolta drammatici, facendo risaltare la componente umana dei personaggi. Se il cartone animato delle Turtles era un prodotto pensato unicamente per i bambini, questa prima trasposizione filmica è invece pensata per i loro fratelli più grandi, che, abbandonati i giocattoli, si ritrovano a confrontarsi con un mondo oscuro e ostile, dal cui contatto restano scottati. Il che dona alla pellicola un fascino avvertibile e apprezzabile anche dal pubblico adulto.




Punto di forza ulteriore della pellicola è dato dagli ottimi effetti speciali: il lavoro sui costumi e sugli animatronici è eccellente, le tartarughe umanoidi e il topo Splinter sembrano veri tanto naturali sono le loro espressioni e le loro movenze; plauso ulteriore va agli stuntmen, che riescono a creare coreografie credibili e complesse durante le scene d'azione nonostante siano costretti ad indossare chili e chili di gomma e cuoio.



"Tartarughe Ninja alla Riscossa" è un film strambo: un mix riuscito di intrattenimento infantile ed aspirazioni adulte, che farà la felicità dei più piccoli e non dispiacerà anche ai più grandi; all'epoca fu un ottimo successo commerciale, tant'è che seguirono "Tartarughe Ninja 2: il Segreto di Ooze" (1991), "Tartarughe Ninja III" (1993) e, più recentemente, il film in CGI "TMNT (2007), nessuno dei quali è però basato sul fumetto originale e tutti meno riusciti del capostipite.

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