di Brannon Braga.
con: Brit Robertson, Freda Foh Shen, Nicholas Campbell, Anna Friel, Paige Turco, Rafi Gavron, Yul Vazquez.
Horror
Usa 2020
Pubblicati tra il 1984 ed il 1985, i "Books of Blood" sono l'apice della carriera letteraria di Clive Barker, antologie di racconti dell'orrore caratterizzati da un rifiuto della classicità in favore di tematiche concernenti la sessualità e il body horror. Veri e propri pilastri della letteratura orrorifica moderna (è da qui che Stephen King ha definito Barker come "il futuro del genere horror"), alcuni singoli racconti sono stati già oggetto di trasposizione cinematografica, come "Midnight Meat Train" e soprattutto "The Forbidden", messo alla base del cult "Candyman".
L'idea di una trasposizione integrale arriva solo di recente: con l'acquisizione dei diritti di sfruttamento da parte di Hulu, Brannon Braga, Seth McFarlane e lo stesso Clive Barker hanno unito le forze per dare forma visiva alle visioni delle singole storie. Sfortunatamente, il progetto, nato come serie a puntate, è stato rimpicciolito dalla produzione ad un singolo film, diretto dal solo Braga, nel quale vengono condensati due racconti delle antologie e un inedito scritto appositamente da Barker per l'occasione.
Il risultato è un film ad episodi dignitoso, ma privo di mordente.
Dei tre racconti, è il primo, "Jenna", ad essere il più interessante e riuscito. L'uso della misofonia come elemento di disturbo viene tutto sommato ben congegnato, ma è soprattutto lo script imprevedibile a tenere sempre alta l'attenzione. Una storia dove non ci sono buoni o cattivi, solo diversi gradi di colpa e mostruosità, che trova nel finale (montato come epilogo di tutto il film) la nota di massima cattiveria.
"Bennet", vero e proprio episodio di raccordo, è un puro pretesto per cucire assieme due storie che altrimenti non avrebbero punti in comune. Semplice abbozzo, ha una trama semplice e piatta e non riesce mai davvero a spaventare o intrigare.
Decisamente più interessante "Miles". Episodio che si sorregge su di un colpo di scena che ribalta le aspettative e spezza la storia in due. La prima parte è la più riuscita, con una contrapposizione tra fede nel sovrannaturale e scetticismo che riesce davvero a tenere alta l'attenzione, anche grazie alla buona caratterizzazione dei personaggi e alla buona performance di Anna Friel. Più convenzionale la seconda parte, che pur trova un punto d'interesse nel climax, votato ad un body horror che poteva sicuramente essere più esplicito, ma che anche così funziona a dovere.
In generale, "Books of Blood" è un'operazione tutto sommato riuscita che ben può rappresentare un'introduzione per neofiti alla poetica di Barker. Nella speranza che Hulu si convinca a trasformarlo in un serial vero e proprio.
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