lunedì 19 ottobre 2020

Christine- La Macchina Infernale

Christine

di John Carpenter.

con: Keith Gordon, John Stockewell, Alexandra Paul, Harry Dean Stanton, Kelly Preston, Robert Prosky, Christine Belford.

Horror

Usa 1983













Con una carriera che, fino al 1982, era costellata esclusivamente da capolavori e cult movies, per Carpenter era solo una questione di tempo prima di creare un film "minore". Questo accade all'indomani del flop de "La Cosa": i magri incassi lo allontanano dalla produzione di "Fenomeni Paranormali Incontrollabili" di De Laurentiis per approdare, quasi subito, a quella di un altro adattamento di un libro di Stephen King, ossia "Christine", uno dei suoi romanzi più curiosi ma meno riusciti.



Alla sua base, "Christine" (sia inteso come film che come romanzo) è una sorta di satira oscura della moda delle muscle car, tendenza tipicamente yankee del culto delle auto "da duri", talmente sentito da sfociare in una forma di malata attrazione (simile a quanto poi si vedrà nel cronenberghiano "Crash" e che era già stato dissertato da Peter Weir in "The Car that ate Paris"). L'oggetto del desiderio, in questo caso, è una Plymouth Fury del 1957, che porta il giovane nerd Arnie (un ottimo Keith Gordon, poi regista di apprezzati serial quali "Better Call Saul" e "Fargo") a trasformarsi in un oscuro vendicatore contro i suoi ex aguzzini.



Il rapporto tra Arnie e Christine viene tratteggiato come una vera e propria love-story, con l'autoradio della macchina che usa canzoni d'epoca per esprimersi. Trovata che viaggia sul filo del ridicolo, ma che Carpenter riesce sempre a trattenere nei ranghi della serietà. Quello che manca, semmai, è il mordente: non c'è mai vera tensione, nemmeno nelle sequenze chiave. Le morti vengono quasi sempre lasciate fuori scena, ma è la mancanza di suspense che finisce per rendere la visione piatta, priva di ogni emozione nonostante la cupezza della storia e la buona atmosfera.


La regia di Carpenter, per il resto, ha buone intuizioni, come l'uso espressivo delle soggettive per creare una forma di coinvolgimento con lo spettatore. Ma la visione non decolla mai, restando perennemente ancorata alla piattezza. Il che, visti i nomi coinvolti, è un vero peccato.

3 commenti:

  1. Wow! c'è una prima volta per tutto :)

    La lettura della stora come una love-story è insita nello script, è giusta, ma quel che non mi ha mai convinto è la mancanza di enfasi e suspense. ;)

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  2. Interessante questo tuo giudizio su Christine! Personalmente, io non lo definirei minore perché non credo esista un Carpenter minore, però posso capire il motivo dietro queste tue parole!

    Ho scritto del film pochi giorni fa, ho appena aggiunto il link alla tua recensione sotto la mia sul mio blog! :--)

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    1. Ti ringrazio. Purtroppo non concordo sul fatto che Carpenter non abbia fatto film minori, basti pensare a "Fantasmi da Marte" e "The Ward", che, benché riusciti, non aggiungono molto al suo cinema. ;)

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