di Ivan Reitman.
con: Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Harold Ramis, Ernie Hudson, Rick Moranis, Annie Potts, Wilhem von Homburg, Peter MacNicol, Kurt Fuller, David Margulies, Harris Yulin, Janet Margolin, Max Von Sydow.
Fantastico/Commedia
Usa 1989
Verso la fine degli anni '80 il brand dei Ghostbusters era sinonimo di successo. Quello strano film del 1984, mix tra commedia alla Saturday Night Live e suggestioni horror, era riuscito a travalicare lo status di semplice campione di incassi e film di culto per diventare fenomeno pop, anche grazie alla sua natura di opera "popolare", con un comparto sonoro composto da artisti in voga quali i Bus Boys e Ray Parker Jr. e, soprattutto, un cartone animato, il bel "The Real Ghostbusters", che non solo aveva conquistato l'attenzione dei più piccoli, ma anche quella degli spettatori adulti, con quel suo mix di commedia e serietà che replicava perfettamente la formula del film.
Nel 1988 il cambio di vertici alla Columbia porta ad una decisione che era già nell'aria: creare un nuovo film con al centro il quartetto di scienziati pasticcioni che possa bissare il successo del suo predecessore. Ma c'è un grosso problema: nessuno degli autori originari sembra avere la minima idea sulla storia da portare in scena.
Dan Aykroyd inizia ad avere uno spunto per una trama fattibile: gli acchiappafantasmi in trasferta in Scozia per salvare Dana Barrett, ora prigioniera in una sorta di regno sotterraneo abitato da creature mistiche. Spunto che piace, dal quale nasce uno script che convince praticamente tutto il cast a tornare a bordo. Ma una volta sul set, Ivan Reitman, Bill Murray e Harold Ramis si ritrovano tra le mani un nuovo script che non fa altro che ripetere i topoi del primo film, con sommo scontento di tutti, i quali si ritrovano a dover lavorare loro malgrado ad un progetto in cui non credono.
"Ghostbusters II" esce così nell'estate del 1989 (dicembre in Italia), portando a casa ben 215 milioni a fronte di un budget di 37 e la cui corsa è frenata solo dall'uscita totalizzante del Batman di Tim Burton; per gli executives non vale la pena continuare il franchise, che tempo due anni si fermerà anche sul piano televisivo e questo secondo exploit filmico resterà per molti anni anche l'ultimo. Ma, a conti fatti, si tratta davvero di un sequel indegno?
Cinque anni dopo gli eventi del primo film, il gruppo di acchiappafantasmi è allo sbando. Nessuno crede ai fantasmi (?), Dana (Siguorney Weaver) e Peter (Murray) si sono lasciati e lei ha anche avuto un bambino, il piccolo Oscar, da un altro uomo. Ray (Aykroyd) e Winston (Hudson) sbarcano il lunario come intrattenitori alle feste di compleanno dei bambini, mentre Egon (Ramis) è tornato nel campo della ricerca. Ma una nuova minaccia affligge New York: dal sottosuolo affiora una strana melma che sembra reagire alle emozioni negative. Mentre al museo dove lavora Dana uno strano dipinto sembra avere vita propria...
La struttura della storia è praticamente identica a quella del primo film: il gruppo di acchiappafantasmi si (ri)forma e fa fortuna, c'è una minaccia portata alla persona della bella Dana, la quale intreccia (di nuovo) una relazione con Venkman, il gruppo viene arrestato grazie alle macchinazioni di un infido dirigente pubblico (ora il braccio destro del sindaco, interpretato dal bravo caratterista Kurt Fuller) e nel finale una mascotte gigantesca se ne va a spasso per la città poco prima che gli eroi salvino la situazione in un trionfante bagno di folla.
Struttura che funzionava perfettamente in un film d'origine, malamente in un seguito. Per intenderci: come si fa a non credere ai fantasmi? La divinità sumera a forma di gigante di zucchero che passeggiava per Park Avenue cos'era, un turista a caso? E perché internare gli acchiappafantasmi in manicomio in un mondo dove l'esistenza di spettri e demoni è documentata?
La storia così si affloscia in una riproposizione di luoghi comuni, ora triti e inefficaci, anche se non manca di punte di originalità. L'idea che il cattivo sia il fantasma di un tiranno dei tempi antichi sopravvissuto ai giorni nostri per riguadagnare il suo potere ha il suo fascino, così come la trovata di dare una forma fisica al "male" umano, quella melma che è forza del Male e che al giorno d'oggi appare ancora più significativa che in passato, in un mondo dove intere vite finiscono a causa di un cattivo tweet. Paga la scelta di dare il volto di Wilhem von Homburg a Vigo, violento e dispotico anche nella vita reale, così come quella di dargli la voce, minacciosa e elegante, del compianto Max Von Swydow, per creare così un villain davvero memorabile.
I punti di forza del primo film, fortunatamente, tornano anche nel sequel: il cast è affiatato e l'alchimia del gruppo si vede ad ogni scena. L'umorismo funziona bene (anche se la versione italiana soffre un adattamento claudicante, opera del compianto Oreste Lionello) e gli effetti speciali sono ancora oggi notevoli.
Da menzionare anche la bella fotografia del compianto Michael Chapman, che dona un ulteriore tocco di originalità al film: laddove la New York immortalata da Laszlo Kovacs nel primo film era grigia e realistica, quasi quella di un film di William Friedkin popolato da strampalati ectoplasmi, quella di questo seguito è un luogo surreale, dove dietro ogni angolo potrebbe celarsi qualcosa di magico e oltremondano.
La mano di Reitman è al solito salda, sapendo come dirigere un gruppo di comici con precisione, lasciandoli improvvisare quando è opportuno, riportandoli allo script quando le cose si fanno serie. E questa volta, calca la mano maggiormente sul versante horror, con un paio di sequenze da incubo azzeccate: l'eslporazione della vecchia metropolitana, con le teste mozzate che appaiono all'improvviso, e il rapimento del piccolo Oscar... anche se non si capisce perché il personaggio di Janosz in questa scena diventi un fantasma per poi tornare umano.
Come seguito, "Ghostbusters II" difetta di vera originalità, ma più che brutto è un film malriuscito, seppur comunque dotato di un suo appeal. I fan degli acchiappafantasmi non possono non amarlo, per gli spettatori meno appassionati si tratta più che altro di un buon film di intrattenimento, che però non ha la forza del suo predecessore.
Scottato dall'esperienza, all'epoca Dan Aykroyd si mise subito a lavorare ad un ipotetico "Ghostbusters III", il quale trovò l'ostilità di Bill Murray e, soprattutto, il disinteresse dei produttori. Il terzo capitolo dagli acchiappafantasmi vede il buio della sala solo nel 2021, dopo la morte di Harold Ramis e il flop di del controverso reboot del 2016... ma questa è un'altra storia.
mi manca
RispondiEliminainvece il primo è un classico che ho recuperato alcuni mesi fa intero
si, il primo è inarrivabile.
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