con: Jack Kesy, Adeline Rudolph, Jefferson White, Hannah Margetson, Leah McNamara, Joseph Marcell, Martin Bassindale, Suzanne Bertish.
Fantastico/Horror
Usa, Regno Unito, Germania, Bulgaria 2024
Parliamoci chiaro: tutti gli adattamenti filmici di Hellboy sono bene o male riusciti. Si, persino il tanto detestato (a torto) reboot di Neil Marshall e quel primo film di Del Toro pur flagellato da una scrittura per certi versi ingenua e priva di direzione.
E' però facilmente comprensibile il perché Mike Mignola ne sia rimasto deluso: nessuno riprendeva il suo mix di serietà horror, inserti grotteschi e umorismo asciutto, tutti viravano verso la commedia cazzona. E' per questo che probabilmente ha voluto a gran voce la produzione di questo The Crooked Man, piccolissimo film indipendente che si pone come adattamento diretto del racconto omonimo per riprenderne appieno storia, stilemi e atmosfera.
Lontano dalle pressioni degli studios, Mignola e soci possono così avere piena libertà creativa su come tirare su il tutto e certamente questo quarto film è più vicino che mai alle pagine del fumetto; ma questo ovviamente non significa che sia un film comunque degno di essere visto.
1959, monti Appalachi. Un giovane ma già esperto Hellboy (Jack Kesy) sta rientrando da una missione, accompagnato dalla dottoressa Song (Adeline Rudolph). Sfortuna vuole che il ragno demoniaco che hanno avuto l'ordine di catturare fugga improvvisamente. I due si ritrovano così in un paesino a quanto pare infestato dalle streghe, dove si muovono il giovane Tom Ferrell (Jefferson White), ex apprendista stregone, la giovane strega dannata Cora Fisher (Hannah Margetson) e la perfida Effie Kolb (Leah McNamara). Ma l'entità più pericolosa ad aggirarsi tra i boschi è l' "uomo deforme" (Martin Bassindale), emissario dell'Inferno che colleziona le anime per il diavolo in persona.
L'idea è chiara e semplice, ossia creare un horror vero e proprio nel quale far muovere il buon vecchio Red e gli altri personaggi. Sia Mignola in fase di script che Brian Taylor alla regia riescono a creare la giusta atmosfera, fatta di boschi umidi e remoti, vecchie dal ghigno satanico e quel Crooked Man che tutto sommato rende bene anche in tre dimensioni.
Il primo limite è il più ovvio, ma anche quello su cui si può facilmente soprassedere, ossia il budget inesistente. Taylor e soci sono così chiamati a spremere ogni centesimo per tirare su una messa in scena credibile (sono lontani persino gli anni del low budget relativo del secondo film di Ghost Rider...). A risentirne maggiormente è la CGI, usata principalmente per animare il ragno gigante a inizio film, palesemente fasulla; ma anche il look di Hellboy è tutto sommato quello di un cosplayer di ottimo livello, mancando dei dettagli necessari per renderlo credibile in un film professionale.
Difetti scusabili: la foggia da "fan film fatto con i soldi" non azzera la credibilità di un racconto che funziona proprio grazie agli sforzi di Taylor e del cast: il primo trae il massimo dalle location dell'est Europa che doppiano egregiamente i monti dell'est degli Stati Uniti, mentre gli attori, pur provenienti principalmente dal mondo dello streaming e della serialità televisiva, fanno il loro lavoro in modo egregio.
A rendere difficile la visione semmai è il ritmo fin troppo altalenante.
Taylor non riesce mai ad imprimere il giusto andamento alla narrazione; soprattutto perché quando la semplice atmosfera dovrebbe trasformarsi in tensione, questo scatto non avviene e si finisce per essere tediati piuttosto che tenuti sulle spine.
L'andazzo della storia è così a tratti sonnolento, con le sequenze che durano talvolta più del dovuto; e questo forse perché il racconto originale era troppo breve per essere tradotto in lungometraggio, nonostante l'aggiunta del personaggio della Song e di qualche flashback.
Quando la storia ingrana, Taylor riesce anche a creare qualcosa di simpatico, come nella sequenza dell'assedio dei morti viventi alla chiesetta, ma per il resto si ha spesso la sensazione di assistere ad un mediometraggio allungato ad arte verso il lungo adoperando la scusa del ritmo ipnotico, il quale è invece pigro.
The Crooked Man finisce così per accontentare solo i fan dell'agente infernale di Mignola, i quali possono finalmente gustarsi su schermo una sua incarnazione più che fedele. Chi cerca un vero horror ne resterà probabilmente deluso, così come chi ha conosciuto il personaggio grazie alle precedenti incarnazioni.
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