mercoledì 19 ottobre 2022

Everything Everywhere All at Once

di Daniel Kwan & Daniel Scheinert.

con: Michelle Yeoh, Ke Huy Quan, Stephanie Hsu, Jamie Lee Curtis, James Hong, Tallie Medel, Jenny Slate, Harry Shum Jr., Biff Wiff, Randy Newman.

Fantastico/Commedia

Usa 2022
















E' rinfrescante notare come un film non brandizzato possa divenire un campione di incassi. Quest'anno è successo con "Everything Everywhere All at Once", il quale, sebbene non definibile come "originale" in senso stretto, almeno non è il sequel, remake, adattamento o reboot di qualcosa.
Perché il nuovo film dei Daniels si rifà a tanto cinema asiatico, in primis a quella capacità, propria soprattutto degli autori nipponici, di usare il registro fantastico, declinato anche in chiave demenziale e weird, come strumento metaforico, al fine di raccontare i rapporti umani piuttosto che una storia fantastica tout court; e il tema della riunificazione famigliare davanti agli eventi catastrofici porta inevitabilmente in mente il lavoro fatto dal coreano Bong Joon-Ho in "The Host".


L'idea del multiverso è sfruttata decisamente meglio rispetto a "Spider-Man- No Way Home" e persino "Doctor Strange nel Multiverso della Follia"; qui c'è vera creatività dietro le visioni dei diversi mondi, i quali permettono ai Daniels persino di concedersi qualche simpatica citazione, come quella di "Ratatouille" o del cinema di Wong Kar-Wai (del quale viene ripreso l'uso della monocromia, ma purtroppo non lo stile di costruzione della scena).
Il fulcro è però dato dalla disanima dei rapporti umani nel nucleo famigliare. Una famiglia di immigrati cinesi composta dalla madre Evelyn (Michelle Yeoh), donna stretta tra il lavoro e gli affetti che si sente stritolata e sprecata, un marito, Waymond (Ke Huy Quan), il quale realizza troppo tardi di averne distrutto la vita, la figlia Joy (Stephanie Hsu), impaurita dal suo status di queer, e il padre di lei, interpretato dal mitico James Hong, patriarca retrogradola cui sola presenza fa tremare i polsi a tutti.


Il multiverso diventa così il mezzo con il quale confrontare i propri limiti e le proprie paure. La visione di ciò che sarebbe potuto essere porta ad una catarsi ricostruttiva che rigenera i legami sfibrati, in particolare quelli materni. Laddove il villain altri non è se non una versione alternativa di Joy, la stramba avventura porta tutti a comprendersi meglio.
E i Daniels si divertono (è il caso di dirlo) come cretini con le trovate strambe. Se alcune sono ghiotte, come l'universo fatto di pietre, l'uso di un umorismo pecoreccio talvolta lascia basiti: va bene essere goliardici, ma tutta quell'enfasi sui picchiatori che si infilano oggetti fallici nel didietro poteva anche essere contenuta.


Il divertimento dei Daniels porta anche ad una durata eccessiva, dovuta per lo più alla volontà di inserire quante più sequenze action possibili, benché alla fin fine la storia non sia decisamente da film d'azione. La narrazione talvolta finisce per arrancare e l'attenzione persino per latitare, tanto che ben si sarebbero potuto evitare almeno venti minuti di durata su ben 140 circa.
Fortunatamente, lo spettacolo alla fine bene o male regge, anche grazie all'ottimo cast. Certo, non c'era bisogno di questo exploit per capire quanto Michelle Yeoh sia versatile, ma è lo stesso qui in gran spolvero, così come James Hong, che a 93 anni dimostra una grinta incontenibile, e Jamie Lee Curtis  per una volta si diverte anche nei panni della cattiva. La vera sorpresa è però Ke Huy Quan, che dopo anni di ritiro dalla carriera di attore torna dimostrando anch'egli una versatilità inedita.




In generale, "Everything Everywhere All at Once" è una commedia divertente e coinvolgente, che soffre solo di una durata eccessiva e di un gusto talvolta questionabile per l'esagerazione spiacciola, regalando comunque dell'ottimo intrattenimento per gli occhi e la mente.

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