di Walter Hill.
con: Michael Beck, James Remar, Dorsey Wright, Brian Tyler, David Harris, Marcelino Sanchez, Tom McKitterick, Terry Michos, David Patrick Kelly, Deborah Van Valkenburgh, Roger Hill, Dennis Gregory, Lynne Thigpen, Mercedes Ruhel, Paul Greco, Thomas G. Waites,
Azione
Usa 1979
Come molte pellicole seminali, anche "I Guerrieri della Notte" rientra in quel nugolo di film che rivisti oggi possono sembrare ordinari, quasi sterili; questo perché, al pari dei coevi "Alien" e "Halloween- La Notte delle Streghe", la lezione di cinema imposta da Walter Hill in quel del 1979 è entrata dritta nel DNA di tutti i filmmaker successivi che si sono confrontati con il registro action, anche se poi ben pochi sono poi effettivamente riusciti a raggiungere tale vetta di perfezione tecnico-stilistica.
Progetto che viene affiato a Hill dai vertici della Paramount, ma che fa totalmente suo. La base è data dal romanzo omonimo di Sol Yurick del 1965, nel quale lo scrittore reimmagina l' "Anabasi" di Senofonte ambientandolo nelle strade di New York, con una street gang al posto dei mercenari ateniesi e il Bronx che sostituisce la Persia di re Ciro; ma a differenza del film, il romanzo introduceva nella narrazione una componente drammatica di stampo quasi verista, data dalla vita agra dei singoli protagonisti, esplicitata in particolare nel finale, dove dopo essere sopravvissuto alla fuga, uno dei personaggi si ritrova in una famiglia disfunzionale, bloccato in una casa dove la violenza coniugale è ben più mostruosa di quella di strada.
Hill, dal canto suo, decide di optare per una visione opposta e stilizza all'estremo fatti e personaggi; persino la sua iniziale pretesa di verosimiglianza per la quale tutti i Guerrieri dovevano essere ispanici e afroamericani cede il passo, su richiesta dei produttori, ad una descrizione più libera del mondo delle gang di strada. E il risultato è un action pirotecnico, 95 minuti al cardiopalma caratterizzati da una serie infinita di inseguimenti e risse.
L' "Anabasi" è al contempo spunto e base narrativa. Su richiesta di Cyrus (Roger Hill), capo dei "Riffs", la più grande banda di strada di Manhattan, nove delegati di ogni gang di New York si riuniscono nel Bronx per un vero e proprio consiglio di guerra nel quale il leader cerca di unire i vari gruppi in una vera e propria rivolta anarchica contro le autorità. Ma Luther (David Patrick Kelly), capo degli infidi "Rogues", assassina il "re" e fa ricadere la colpa sugli innocenti "Warriors", il cui capo Cleon (Dorsey Wright) viene immediatamente ucciso per vendetta; gli otto superstiti, Swan (Michael Beck), Ajax (James Remar), Rembrandt (Marcelino Sanchez), Snow (Brian Tyler), Cochise (David Harris), Vermin (Terry Michos), Cowboy (Tom McKitterick) e Fox (Thomas G. Waites) devono così ritornare alla natia Coney Island, distante oltre 150 kilometri, con tutte le gang della città alle calcagna.
La narrazione viene volontariamente spogliata di ogni orpello inutile. Ogni sovrastruttura ed ogni possibile allegoria cedono il passano ad un racconto puro e immediato. I "Guerrieri" sono semplici ragazzi di strada chiamati a sopravvivere alla notte, le loro azioni contano più delle parole e non si cerca praticamente mai di dare loro una valenza ulteriore a quella strettamente narrativa. I singoli personaggi sono dei "tipi" che restano sempre ancorati alla soglia dell'archetipo riuscendo a non scadere mai nello stereotipo vero e proprio. Swan è così un capo riluttante, Ajax la testa calda, sfrontato eppure dotato di un proprio senso del dovere e Rembrandt il giovane e inesperto. Il resto del cast dei personaggi vive grazie al carisma degli attori e alle trovate estetiche, che riescono a concedere loro una personalità immediatamente avvertibile, comunicata solo per il tramite visivo, come il look da nativo americano di Cochise o il cappello di Cowboy. O anche tramite i dialoghi fulminanti, caratterizzati da una serie di frasi di culto, come la mitica "I'll shove that bat up your ass and turn you into a popsicle!", che nel bell'adattamento italiano diventa la ancora più memorabile "Ti infilo quel bastone nel culo e ti sventolo come una bandiera!".
Il racconto d'ensable diventa così pura narrazione di genere dove il coinvolgimento emotivo viene dato dalla capacità della messa in scena di farci calare in questa sfiancante fuga, ponendo lo spettatore al fianco dei Guerrieri, in maniera simile ma ancora più marcata rispetto a quanto accadeva nel precedente cult di Hill, il piccolo capolavoro "Driver l'imprendibile".
Quella dei Guerrieri è così sostanzialmente una storia di sopravvivenza che Hill racconta tramite le sole azioni. E nell'imbastire le risse che il gruppo è costretto a combattere con i rivali e con la polizia, riprende la lezione di Sam Peckinpah e fa del montaggio lo strumento principale per imprimere un ritmo veloce agli scontri; i tagli sono sapienti e ben valorizzano le coreografie del veterano Craig R.Baxley, così che ogni scontro rivisto oggi risulta ancora godibile, ma all'epoca risultava addirittura innovativo: nasce qui l'action moderno, che fonde un gusto per il ritmo sfrenato alla capacità di creare suspense tramite tagli veloci, ma sempre ponderati.
Caratura stilistica che raggiunge l'apice nel bellissimo scontro finale con i Punk: una scazzottata in un bagno che ha richiesto ben cinque giorni di riprese ed una coreografia misurata al millimetro, quasi un balletto di violenza che nonostante la perfetta preparazione risulta lo stesso brutale e adrenalinica.
Ma Hill non si limita ad eseguire un mero lavoro sul piano strettamente tecnico, arrivando anche a variegare il registro narrativo per creare un racconto sempre efficace. Complice l'amientazione notturna, crea un'atmosfera sinistra sino ai limiti dell'orrorifico, con una metropoli lercia e pericolosa, quella "Fear City" dell'epoca che già Scorsese era riuscito a restituire alla perfezione in "Taxi Driver" e che di lì a poco diverrà il simbolo della violenza urbana grazie a "Maniac" e "Lo Squartatore di New York". Quella de "I Guerrieri della Notte" è però una New York ancora più stilizzata, quasi il sogno di quella vista in primis ne "Il Braccio Violento della Legge", dove le bande armate sono caratterizzate da gimmick pittoresche e abiti variopinti, ma non sono meno pericolose di quelle reali; una metropoli tanto vera quanto fantastica, tanto immaginaria quanto realistica (non per nulla, tutto il film è ufficialmente ambientato in un futuro prossimo) magnificamente portata su schermo dalla fotografia cupa e contrastata al neon del sempre ottimo Andrew Laszlo.
Tra l'action puro e l'horror, Hill riesce persino ad inserire degli inserti da musical vero e proprio, affidandosi alle musiche evocative di Barry De Vorzon (tra le primissime colonne sonore ad avere uno score totalmente in synth) e alle canzoni pop, con la fantastica "Nowhere to Hide" usata per dare il via alla caccia ai Guerrieri e la splendida "Love is a Fire" per sottolineare il pericolo durante la scena dell'imboscata delle Lizzies.
Ma quella de "I Guerrieri della Notte" è anche la storia di un gruppo di ragazzi che diventano, loro malgrado, uomini, benché tale metafora non sia mai insistita. Il gruppo si ritrova ben presto senza un leader, quella guida che avrebbe ben potuto tirarli fuori dai guai molto più facilmente, dovendo quindi trovare in loro stessi la forza di sopravvivere alle avversità (analogamente a quanto Hill farà in "Alien" e "I Guerrieri della Palude Silenziosa"); i protagonisti sono così chiamati a superare le diffidenze reciproche e a cementificare la loro unione, fino ad una realizzazione catartica, che in tal caso coincide con la presa di coscienza della futilità della vita di strada.
Il rapporto di amore/odio tra Swan e Mercy (Deborah Van Valkenburgh) è così l'esternazione del disagio giovanile metropolitano di una generazione che si ritrova a vivere in un girone dantesco dove la violenza e il vuoto pneumatico la fanno da padrone; il ritorno a Coney Island, luogo della salvezza ma anche patria velenosa, è la realizzazione di come tutto ciò che hanno è il nulla e che forse è arrivato il momento di espandere i propri orizzonti. Sottotrama che regge bene pur se inserita in un racconto di puro genere persino quando si traccia un parallelo in teoria debole con "la notte della vita" di un gruppo di ragazzi "normali", ossia le due coppie che incrociano i Guerrieri nell'ultimo treno verso Coney.
Rivisto oggi, "I Guerrieri della Notte" non ha certo la forza dirompente di quanto si affacciò per la prima volta nelle sale del 1979; eppure, l'incrediible regia di Hill è ancora fresca e permette di godere appieno di questa lunga fuga notturna, in un film che ha giustamente seguito l'intero cursus honorum da controverso successo di cassetta a cult, sino a divenire un vero e proprio classico del cinema.
EXTRA
A partire dal 2006 è stata distribuita in DVD (poi in Blu-Ray) una director's cut del film che lo ripropone nella visione originariamente voluta da Hill ma mai completata per motivi di tempo.
Non una versione estesa, non presentando alcuna scena inedita, questa nuova edizione aggiunge un prologo nel quale un narratore (che inizialmente avrebbe dovuto essere interpretato nientemeno che da Orson Welles) introduce la storia fornendo un parallelo esplicito con l'opera di Senofonte.
Gli stacchi "a tendina" vengono poi sostituiti con delle transizioni in freeze-frame che trasformano i fotogrammi in vignette in rotoscopio.
Nuova versione che non aggiunge tantissimo alla visione, se non un tocco pop e postmoderno ancora più marcato.
Mai giunta (per ora) in home-video in Italia, è stata però più volte trasmessa via satellite sui canali Sky e più volte replicata anche da Rai4 e RaiMovie.
Il motivo della mancata inclusione di questi elementi nel montaggio iniziale pare sia stato dovuto alla fretta che la Paramount aveva di far uscire il film in sala. "I Guerrieri della Notte" era infatti solo uno di quattro film che nel 1979 portavano in scena il fenomeno delle bande giovanili, assieme a "Walk Proud", "Boulevard Nights" e soprattutto "The Wanderers- I Nuovi Guerrieri", che sin dal titolo si caratterizzava come un potenziale rivale ai botteghini.
Nel 2005, Rockstar Games ha prodotto e distribuito un videogame ispirato al film. Non un semplice adattamento (la storia della pellicola arriva solo nell'ultima missione), quanto un prequel che narra le vicende antecedenti al conclave di Cyrus, oltre a raccontare le storie dei singoli personaggi e come si sono uniti alla banda, in quello che più che un semplice tie-in o adattamento è un vero e proprio atto d'amore verso il film.
Verrà ricordato anche per "48 Ore" e "Driver" ;)
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