martedì 28 marzo 2023

The Son

di Florian Zeller.

con: Hugh Jackman, Zen McGrath, Vanessa Kirby, Laura Dern, Anthony Hopkins, Shin-Fei Chen, William Hope, Akie Kotabe, Joseph Mydell.

Drammatico

Regno Unito, Francia 2022














---CONTIENE SPOILER---

Dopo aver portato su schermo il dramma di un padre ormai anziano con "The Father", Florian Zeller continua la sua narrazione sulla paternità portando su schermo un'altra sua piéce, "The Son", con la quale entra nel dettaglio del delicato equilibrio affettivo tra padri e figli.




Peter (Jackman) è un rampante avvocato che sta per intraprendere una carriera politica al fianco di un promettente senatore. La sua vita viene sconvolta quando l'ex moglie Kate (Laura Dern), che aveva lasciato anni prima per rifarsi una vita con la giovane Beth (Vanessa Kirby), gli chiede di occuparsi di loro figlio Nicholas (Zen McGrath), il quale sta attraversando una forte fase depressiva.




Un dramma nudo e puro, questa volta, non più un thriller che usa i salti temporali e la confusione percettiva per ricreare il caos dell'azheimer. Zeller si concentra sia sul figlio del titolo quanto e soprattutto sul padre e sul compito impossibile che è chiamato a svolgere, ossia quello di salvare un ragazzo già distrutto dalla vita.
L'innesco del dramma è la separazione, l'abbandono del genitore che si è rifatto una nuova famiglia con una compagna più giovane. Il che causa nel figlio una forma depressiva che si trasforma in un "mal di vivere" vero e proprio, un vuoto interiore non solo affettivo ma totalmente esistenziale che lo porta a distaccarsi da tutto.
Lo sguardo di Zeller è attento alla sensibilità della gioventù, di quella fase "turbolenta" nella quale nulla ha davvero senso e che per Nicholas risulta ancora più insostenibile a causa del trauma da abbandono, creando un ritratto tanto forte quanto veritiero.



Vice versa, Peter si ritrova a vestire gli stessi panni di quel padre che lo aveva a sua volta abbandonato e del quale cerca di non ripetere gli errori. Ma il suo è un girare a vuoto, una lotta persa in partenza contro un male ormai impossibile da estirpare. Un padre, lui, che si sforza di ricreare il figlio secondo un'immagine ideale, riportandolo ad una "normalità" che lui non cerca e che per questo non capisce, né vuole.
Zeller punta così il dito contro questo padre che ha compiuto il peccato imperdonabile di abbandonare un figlio, ma al contempo lo guarda con empatia, ne comprende il dolore e arriva a perdonarlo, pur senza concedergli un lieto fine. 
Ed è proprio tale decisione che finisce però con il rappresentare il punto debole della storia: il suicidio di un figlio "perso" è una trovata drammaturgica sin trovo prevedibile e scontata, che non aggiunge davvero nulla ad un ritratto che funzionava già a dovere e nel quale la decisione di rincarare la dose del dramma finisce solo con l'essere pacchiana, quasi fuori luogo.




Trovata finale che stona nell'ottica di un dramma altrimenti ben congegnato, che riesce a colpire e a dar corpo ai sentimenti e al dolore anche grazie ad un ottimo Hugh Jackman, che finalmente può sfoggiare le sue doti di attore drammatico senza freni, oltre che ad un bravissimo Zen McGrath, che si impone come uno degli interpreti più promettenti della sua pur talentuosa generazione.

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