con: Melissa Barrera, Jenna Ortega, Courtney Cox, Jasmin Savoy Brown, Hayden Panettiere, Mason Gooding, Devyn Nekoda, Liana Liberato, Tony Revolori, Samara Weaving, Jack Champion, Henry Czerny, Dermot Mulroney, Skeet Ulrich.
Thriller/Horror
Usa 2023
---CONTIENE SPOILER---
Giusto un anno fa, con il requel di "Scream", Bettinelli-Olpin, Gillet e il resto del collettivo Radio Silence erano riusciti a riportare in auge una serie che sembrava morta e sepolta, nonostante il quarto capitolo fosse tutt'altro che brutto.
E' quindi normale che un anno dopo lo stesso team espanda quanto fatto in precedenza con un sesto capitolo che fin dalle premesse vuole andare oltre la formula classica dello slasher "parodistico" per creare qualcosa di se non proprio nuovo, almeno diverso rispetto alla tradizione. Peccato però che tale intenzione non regga per tutto il film.
Un anno dopo il nuovo massacro di Woodsboro, le sorelle Carpenter (Melissa Barrera e Jenna Ortega) si sono trasferite a New York, dove Tara frequenta l'università mentre Sam lavora con la sola intenzione di proteggere la sorella. Inutile dire che la "maledizione" di Ghostface si riaffaccia ben presto nelle loro vite.
La sequenza di apertura sembra essere una dichiarazioni d'intenti che esprime la volontà di innovare pur restando fedeli allo spirito della saga. Una bella professoressa di storia del cinema, specializzata nel genere horror e interpretata da Samara Weaving, viene massacrata da un nuovo killer, che questa volta si aggira per i vicoli di Manhattan; ma, in puro stile "Reazione a Catena", la sua identità viene rivelata subito e questi diventa la prossima vittima di un nuovo assassino; e per far capire al pubblico che si sta pur sempre assistendo alla saga di "Scream", il primo colpevole è interpretato da un altro cameo, quello di un Tony Revolori che indossa una t-shit di "4 Mosche di Velluto Grigio" e guarda in televisione "Venerdì 13 parte VIII- Incubo a Manhattan", in omaggio ad un'altra trasferta in città di un'altra nota icona del cinema dell'orrore.
I Radio Silence, così, rivoltano come un calzino tutti i cliché del cinema slasher e della serie, pur restando saldamente ancorati al nocciolo duro della tradizione di entrambi, fatto di morti sequenziali, un assassino in maschera, la pioggia di citazioni più o meno esplicite e la ripresa del modello del "Giallo Movie", questa volta quello originale di Mario Bava.
Al contempo, viene portata avanti la storia di Sam e Tara e il loro difficile rapporto, che qui trova una catarsi nella comprensione da parte della maggiore della necessità di fidarsi della più piccola e della sua maturazione.
Laddove le due protagoniste trovano una loro dimensione, lo stesso non si può dire per il resto dei personaggi. I gemelli Mindy e Chad sono praticamente gli stessi del film precedente, Gale Weathers regredisce a stronza famelica di successo e torna persino il personaggio di Kirby Reed (Hayden Panettiere) da "Scream IV", ma viene praticamente lasciata a fare da red herring; i nuovi arrivati, invece, sono tutti rigorosamente blandi ed esistono solo per dare un nuovo volto ai killer di turno.
Proprio la rivelazione dell'idnetità dei colpevoli svela l'effettiva mancanza di vero coraggio del gruppo di autori in questa seconda prova con il franchise, che affossa persino quanto visto nel primo atto. Le regole che loro stessi snocciolano sono chiare, ossia ogni sequel deve essere più grande e prendersi la briga di correre qualche rischio, ma la grandezza viene solo data da un'ambientazione che non viene neanche sfruttata più di tanto, mentre i rischi sono praticamente inesistenti, visto che da una parte viene ripreso il movente di "Scream 2", mentre dall'altra non si ha il fegato di disfarsi del cliché più ingombrate, ossia proprio quello relativo all'identità dei killer, che come da copione sono membri del ristretto gruppo di personaggi e sono praticamente tutti le new entry.
Con la conseguenza che l'ultimo atto diventa una stanca riproposizione di tutti i luoghi comuni di tutti gli slasher mai concepiti, affossando ogni possibile motivo di interesse per la visione; tanto che alla fine ci si chiede il perché di un sequel del genere, che non aggiunge davvero nulla di nuovo a quanto fatto in precedenza né da Craven, tantomeno dallo stesso duo di registi.
Come al solito, se "Scream VI" risulta godibile è solo grazie al mestiere di cast e autori, il quale comunque a tratti vacilla con vistose cadute di tono, come un ritmo inutilmente altalenante e quelle apparizioni di Skeet Ulrich non ripassate con il software per il ringiovanimento che ammantano di un alone di ridicolo involontario le scene in cui avvengono, così che questo sesto capitolo si configuri come un passo indietro rispetto a quello precedente.
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