con: Brie Larson, Teyonah Parris, Iamn Vellani, Samuel L.Jackson, Zawe Ashton, Gary Lewis, Park Seo-Joon, Zenobia Shroff, Mohan Kapur, Saagar Shaik.
Fantastico
Usa 2023
---CONTIENE SPOILER---
Con un incasso di appena poco più di 209 milioni a fronte di un budget di oltre 220 e senza contare le parecchie decine di milioni spesi per il marketing, "The Marvels" è il peggior flop della Marvel Studios, l'ultimo in una incessante catena di tonfi per la Disney e l'ennesimo film di supereroi a deludere ai botteghini degli ultimi due anni.
Tuttavia, laddove i flop di casa DC sono parzialmente giustificabili dal futuro reboot di James Gunn del DCU, il fatto che il pubblico abbia iniziato a detestare i film Marvel (o anche semplicemente a riconoscerne il vero valore, si potrebbe dire) è alquanto bizzarro. Effetto forse dovuto alla saturazione di prodotti a tema supereroi, o forse e più probabilmente al poco carisma dei personaggi alla guida dei singoli prodotti. Perché se si escludono Thor (i cui ultimi exploit sono comunque detestati dai fan), Ant-Man (il cui ultimo film, pur non disprezzabile, è invece odiato a sangue da tutti) e la formazione originaria dei Guardiani della Galassia (il cui terzo film è anche l'ultimo), in questa Fase 4 non è rimasto nessuno dei personaggi storici, sostituiti da dei rimpiazzi che non hanno trovato i consensi sperati. L'unica vera eccezione è l'Uomo Ragno, ma in senso lato, visto che non era nel roaster del MCU sin dall'inizio.
La colpa non è forse tanto da cercare nell'etnia o nel sesso dei nuovi supereroi, come piace dire a molti, tantomeno alle singole caratterizzazioni, visto che il principe del MCU, ossia il Tony Stark di Robert Downey jr., era uno stronzo fatto e finito malamente venduto come eroe, quanto nella scrittura dei singoli prodotti, pessima persino per i bassi livelli Marvel.
Perché sicuramente "Avengers: Endgame" non aveva senso, ma "Spider-Man- No Way Home" ne ha persino di meno; e non si può certo continuare a intontire il pubblico all'infinito. Tanto che gli exploit in streaming, al cui confronto quelli cinematografici sembrano usciti dalla penna di Shane Black, sono stati dei flop persino peggiori.
Da questo punto di vista, "The Marvels" è a suo modo un film importante, perché riesce a coniugare la pessima scrittura dei film con le peggiori idee che avrebbero a stento funzionato in un episodio in una serie televisiva.
La trovata dello scambio fisico tra personaggi è un cliché ricorrente in praticamente tutti i cartoni animati mai concepiti e nella maggior parte dei serial fantastici e già questo renderebbe il film più simile ad un prodotto televisivo, ma la vicinanza alla scrittura da piccolo schermo è data anche dalla solita storiucola che vede come motore degli eventi un ennesimo mcguffin, in questo caso il bracciale di Kamala Khan, il cui gemello viene ritrovato dalla cattiva di turno sepolto in un asteroide nello spazio profondo. Come mai l'altro sia finito sulla Terra decenni prima è un mistero che va avanti dal primo episodio di "Ms.Marvel".
La forma televisiva risalta definitivamente quando ci si accorge della struttura "picaresca" della sceneggiatura, con la storia praticamente divisa in una serie di mini-avventure su singoli mondi, come in una serie di episodi autoconclusivi legati insieme da una blanda continuità orizzontale.
E se si tiene conto di come il film duri neanche due ore, ci si chiede se davvero fosse stato inizialmente concepito come una sorta di special da distribuire direttamente in streaming.
Nella pessima, pessima sceneggiatura non manca nessuno dei luoghi comuni del peggior cinema di intrattenimento, con personaggi macchiettistici, ambizioni solo potenziali, spunti interessanti mal sfruttati e il difetto principe di tutte le produzioni Marvel, ossia la più totale mancanza di senso e coerenza.
Lo scambio tra le tre Marvel avviene ovviamente solo quando occorre ed è il buco tutto sommato più prevedibile. Tutta la storia prende le mosse dal fatto che Carol Danvers ha praticamente distrutto il pianeta dei Kree subito dopo gli eventi di "Captain Marvel", ma alla fine tutto poteva essere ripristinato nel giro di due minuti grazie ai suoi poteri, cosa che non fa prima del finale altrimenti non ci sarebbe un film. Ad un certo punto la base spaziale di Nick Fury viene evacuata perché si e per evitare morte certa l'equipaggio deve farsi fagocitare temporaneamente dagli alieni-gatto, ma pur di salvarsi scappano tutti via impauriti (???); il potere dei bracciali è troppo potente per poter essere sopportato dalla cattiva, ma Kamala Khan invece riesce tranquillamente a farlo suo subito, perché altrimenti non ci sarebbe stata una risoluzione; e nel finale, per donare quella inutile drammaticità che invece a torto si ritiene necessaria, Monica Rambeau richiude la fessura interdimensionale sigillandosi in un altro universo quando avrebbe potuto farlo tranquillamente restando nel proprio, altrimenti non poteva ritrovarsi nel mondo degli X-Men nella scena post-titoli.
Tutti buchi che alla fine fanno anche sorridere, visto la sciatteria di tanti altri prodotti Marvel. A urtare è semmai il tono della storia, tutto sommato serio, che risulta fuori luogo e persino ridicolo quando ci si accorge di stare guardando una vera e propria parodia.
Perché il piano di Dar-Benn di rubare l'atmosfera da un altro pianeta è praticamente quello di Mel Brooks in "Balle Spaziali", ma alla Marvel evidentemente questa cosa l'hanno voluta ignorare. I dialoghi sono atroci, ma recitati sempre in modo serissimo. Con in più una performance da parte di Zawe Ashton talmente sopra le righe da divenire subito grottesca.
La CGI sembra quella di una produzione a basso budget, alla faccia degli oltre duecento milioni spese per la produzione; e tocca il fondo negli effetti di volo delle eroine, che fanno rimpiangere quelle del primo film su Superman.
Quando poi si arriva all'episodio in cui le protagoniste giungono su di un pianeta dove tutti ballano e cantano per comunicare e Carol Denvers è praticamente una principessa Disney, si ha davvero la sensazione di assistere ad una parodia scambiata dagli autori per un film d'avventura da prendere sul serio, ad una sequenza scritta per parodizzare la scemenza insita nelle scene di canto dei cartoni Disney, ma che invece viene scambiata come semplicemente umoristica, qualcosa non di cui ridere ma alla cui vista bisogna sorridere. La cosa che fa più ridere è che, come ai tempi di "Spider-Man 3", sembra che ad Hollywood non si sia ancora capita la differenza tra ironico e ridicolo.
Alla fine si è quasi dispiaciuti di un esito così desolante, visto che qualcosina di simpatico in 106 minuti di cretinate assortite ci sarebbe anche. Tipo l'impegno del cast, con Iman Vellani e Teynoh Parris che si divertono un mondo e persino Brie Larson che ha finalmente deciso di smetterla di caratterizzare il suo personaggio come una stitica stizzita. E per lo meno, Nia Da Costa ha avuto la decenza di ammettere di come il film sia stato totalmente concepito dallo studio, di come lei, in pratica, si sia recata sul set solo per dare l'azione e lo stop ad ogni ciak, forse per salvarsi dalle critiche, forse in un moto di onestà intellettuale. Davvero un ottimo spreco di talenti.
Viene poi da ridere quando si ascoltano le dichiarazioni della Larson, ancora convinta che il film abbia floppato a causa dei fan misogini che non accettano supereroi donne. Come se il primo film su Carol Danvers non avesse incassato oltre la bellezza di un miliardo di dollari. Evidentemente è sempre più facile dare la colpa al prossimo piuttosto che ammettere i propri errori.
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