di Richard Donner
con: Christopher Reeve, Marlon Brando, Gene Hackman, Margot Kidder, Glenn Ford, Jackie Cooper, Ned Beatty, Susannah York, Terence Stamp.
Fantastico/Supereroistico
Usa, Inghilterra, Svizzera (1978)
Quando nel 1938 Jerry Siegel e Joe Shuster, ancora adolescenti, creano il personaggio di Superman, il mondo conosceva bel altri tipi di superuomini; il Terzo Reich e la follia della supremazia ariana avevano inquinato l'idea superomistica di Nietzsche per dar vita ad orrori impossibili da dimenticare; gli stessi autori avevano già creato un piccolo saggio su quella visione: nel 1933 Siegel scrive e Shuster illustra il racconto "Reign of the Superman", dove un folle telepate calvo cerca di sottomettere il mondo al suo volere; visione di certo influenzata dagli avvenimenti storici: i due, all'epoca ragazzi, avevano origine ebraica ed erano fortemente spaventati dal feroce nazionalismo germanico che tanto sangue di lì a poco avrebbe reclamato.
Ma una volta chiamati a dar vita ad un personaggio benigno, i due decidono di rileggere la figura dell' ubermensch in chiave positiva, rifacendosi direttamente alla concezione emersoniana: il superuomo come "angelo custode", uomo che veglia sull'umanità e mette la sua superiorità fisica e mentale al servizio del bene comune. Il personaggio di Superman diviene così la perfetta incarnazione di quegli ideali di verità, giustizia e democrazia (è pur sempre figlio dei suoi tempi) ed il successo è immediato.
Nonostante l'antologico "Action Comics" si rivolgesse ad un pubblico prettamente infantile, la creature si Siegel e Shuster riscosse incredibile successo anche presso gli adulti, tanto da divenire un'icona popolare sin dai primissimi anni '40. Al punto che la traduzione in altri media fu immediata; già nel 1940 Superman è il protagonista di un serial radiofonico, importante perché introduce due personaggi essenziali del suo universo: la bella giornalista ed interesse amoroso Lois Lane (ispirata alla Margo Lane dei fumetti di "The Shadow") ed il supercattivo Lex Luthor, arcinemico dell'Uomo del Domani che in questa prima incarnazione è uno scienziato pazzo reso calvo da un incidente che attribuisce alla sua nemesi.
Celebre è poi la serie di cortometraggi animati realizzati dai Fleischer Studios a partire dal 1941, le cui animazioni ricercate e fluide li rendono godibili ancor oggi; nonché il primo serial con attori in carne ed ossa, iniziato a partire dal 1951, con George Reeves nei panni dell'Uomo d'Acciaio, poi proseguito per qualche anno nel neonato mezzo televisivo; il primo episodio "Superman and the Mole-Man" presentava una storia all'avanguardia per l'epoca, dove i veri cattivi non erano gli Uomini Talpa del titolo, ma gli intolleranti abitanti di un paesino del Mid-West americano.
Ma un adattamento ad alto budget delle avventure di Superman non sarà mai prodotto negli anni di massimo successo del personaggio; la tecnica necessaria per dar vita a sequenze di volo credibili o a scontri spettacolari è ancora di là da venire ed Hollywood non basa ancora i suoi blockbuster sulle vignette pop. Bisognerà aspettare gli anni '70 per vedere concretizzarsi un progetto serio di adattamento delle avventure dell'Uomo d'Acciaio sul Grande Schermo. Ed ancora più singolare è il fatto che i fautori di tale progetto siano un gruppo di produttori europei: Alexander ed Ilya Salkind e Pierre Spengler, che fiutarono la possibilità di creare un campione di incassi portando su schermo storie ricche di azione, romanticismo e spettacolarità, creando non un semplice B-Movie, ma una produzione importante, una sorta di "Via col Vento" che affonda le proprie radici nell'immaginario pop.
Il primo vero film su Superman entra così in produzione nel 1975, ossia anni prima del "Guerre Stellari" (1977) di Lucas. Il trio fa le cose in grande: ottenuta la distribuzione su scala mondiale per il tramite della Warner bros., incarica della regia Richard Donner, all'epoca fresco del successo "demoniaco" de "Il Presagio"; la prima bozza della sceneggiatura viene affidata a Mario Puzo, che scrive un'epica di circa 500 pagine sulle origini di Kal-El ed il suo scontro con alcuni rinnegati sopravvissuti all'esplosione di Krypton, da dividersi in due film che saranno girati in contemporanea. Nel cast figurano leggende di Hollywood come Glenn Ford, Gene Hackman e sopratutto Marlon Brando, che otterrà un guadagno di circa 18 milioni di dollari (poi totalmente investiti nella produzione della miniserie televisiva "Radici- Le Nuove Generazioni") per apparire in scena per soli 20 minuti nei panni di Jor-El; oltre loro, un intero cast di solidi attori come Susannah York, Terence Stamp (che nel primo film compare solo in un cameo per poi tornare nel sequel come villain principale), Ned Beatty, Jackie Cooper ed una giovane Margot Kidder.
Più difficile fu il casting per Superman in persona: i Salkind pensarono dapprima di affidare il ruolo ad un volto conosciuto, contattarono (con il beneplacito della DC Comics) sinanche Muhammed Alì, il quale però rifiutò la parte per concentrarsi sulla sua carriera sportiva; altri attori in lizza erano Robert Redford, Paul Newman e persino Clint Eastwood; finché non optarono per una decisione, all'epoca, decisamente spiazzante: affidare il ruolo da protagonista ad uno sconosciuto, in modo tale che il pubblico lo potesse identificare totalmente con il personaggio. E la scelta ricadde su di un allora 24enne Christopher Reeve, il quale costruì i personaggio con metodo teatrale ed una immedesimazione tale che gli fu impossibile scrollarselo di dosso negli anni a venire.
Reeve è stato, nel bene e nel male, il volto di Superman per antonomasia e la sua storia personale, tragica eppure piena di speranza, testimonia come anche nella vita fosse un superuomo, benché dotato di superpoteri diversi. Su schermo, il fisico statuario e lo sguardo angelico lo rendono perfetto per questa incarnazione del personaggio: un angelo custode, ironico ma forte, pronto letteralmente a farsi in quattro per il prossimo; un uomo di altri tempi, gentile ma mai rude; un "supereroe" tout court, in sostanza.
La produzione fu imponente e difficile; tanto che alla fine del 1977 e dopo l'uscita dell'exploit di Lucas, i tre produttori, rincuorati dal successo di questa pellicola che dimostrava come la cultura pop potesse generare incassi stratosferici, decisero di mettere in pausa le riprese per ultimare il primo film. Uscito nel dicembre del 1978 in America e nei primi mesi dei '79 in Europa, "Superman- Il Film" si rivelò come il principale campione di incassi del'anno: solo in America incassò ben 134 milioni dell'epoca a fronte di un budget di 55.
Lo sforzo produttivo è tutt'oggi incredibile: molti degli effetti speciali ottici e di compositing furono creati appositamente per dar vita alle sequenze di volo e di distruzione; alcune soluzioni sono certo invecchiate male, ma molti effetti sono tutt'oggi spettacolari e, in generale, il film è ancora godibile sia per la spettacolarità che per lo stile.
Piuttosto che rifarsi alle storie a fumetti, Donner e soci reinventano Superman restando fedeli ai canoni più essenziali del personaggio e, al contempo, ne rinvigoriscono la mitologia. Kal-El è sempre l'Ultimo Figlio di Krypton, cresciuto nel Kansas da due amorevoli genitori terrestri e tutore della pace e dell'ordine a Metropolis, in lotta contro il cattivo Lex Luthor; è la visione di insieme a farsi più spettacolare: Krypton è un pianeta alieno fatto di cristallo, con una tecnologia quasi magica, dove la famosa "S" è il simbolo della casata di El (stilema poi adottato anche nei fumetti, dove rappresenta l'ideogramma della speranza), mentre Lex Luthor è ora un semplice "genio criminale", non più uno scienziato folle (caratterizzazione anch'essa poi tradotta su carta, dove a partire da "L'Uomo d'Acciaio" di Byrne, del 1986, diviene un miliardario ossessionato dalla volontà di distruggere Superman).
Sul piano stilistico, Donner divide il film in tre parti distinte per toni e tonalità; quello di Krypton è quasi un dramma epico, cui la distruzione è lenta ed inesorabile; nel Kansas le inquadrature si fanno ampie, magistralmente sottolineate dallo score di un John Williams mai così ispirato, per incorniciare i personaggi in ambienti infiniti; mentre Metropolis, ricostruita in parte in location newyorkesi, prende vita in inquadrature più secche, dove la ricerca di una verosomiglianza effettiva rende le immagini in parte simili a quelle di un poliziesco dell'epoca, ma con due sostanziali differenze: la fotografia è volutamente patinata, a sottolineare l'immaginificità della storia e le azioni supereroistiche del protagonista sono sempre fantastiche, mai confinate nei limiti del realismo; le immagini dei voli acquisiscono di conseguenza una spettacolarità ancora maggiore ed irresistibile. A fare da chiusa, una spruzzata di sano romanticismo, con la love-story tra Supes e l'eterna fidanzata Lois che funziona davvero, anche grazie all'alchimia perfetta tra Reeve e la Kidder.
Se sul piano prettamente spettacolare, "Superman- Il Film" funzionava all'epoca e funziona tutt'ora, decisamente meno riuscito è sul piano della storia. Tralasciando l'inutile sottolineatura riguardo alla piattezza del protagonista, d'obbligo vista la sua caratterizzazione di eroe senza macchia e senza paura, non si può invece che stupirsi dinanzi alla blandezza del villain; nonostante la simpatia di Hackman, il suo Luthor è una macchietta comica che non riesce davvero mai ad incutere vero timore e neanche a rappresentare un pericolo concreto, nonostante la "genialità" del suo piano.
Ancora peggio, è la catarsi del film; o meglio la "non-catarsi", dove l'eroe è chiamato a confrontarsi con la decisione di infrangere il giuramento di non interferire con la storia umana, dalla quale però non consegue praticamente nulla.
Il limite è chiaro: agli autori interessava creare una pellicola spettacolare, non un film di caratteri e personaggi; ingenuità che gli impedisce di essere un blockbuster davvero memorabile.
Il che è un vero peccato, perché al di là della pochezza di scrittura, questo primo vero comic-movie resta tra le operazioni più riuscite del filone. L'approccio produttivo ambizioso risulta vincente, prova di come spesso l'ambizione porti risultati migliori della reverenza religiosa verso le fonti ispirazione.
EXTRA
"Superman" è un film "maledetto"? A giudicare dalla scia di tragedie e fatalità che hanno colpito gli attori, si direbbe di si. Ma il film di Donner non è l'unico colpito da questa strana maledizione; un vecchio documentario ne esplora i particolari:
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