sabato 23 marzo 2013

Inseparabili

Dead Ringers

di David Cronenberg

con: Jeremy Irons, Geneviève Bujold, Barbara Gordon, Heidi von Palleske, Stephen Lack, Shirley Douglas, Jill Hennessy, Jacqueline Hennessy.

Drammatico

Canada, Usa (1988)














---CONTIENE SPOILER---


Con "La Mosca", David Cronenberg aveva creato l'affresco definitivo riguardo il filone del body-horror. La sua esplorazione filosofica sul rapporto con il corpo all'interno dell'essere umano aveva trovato così un'ideale chiusura ed era impossibile, su di un piano strettamente intellettuale oltre che prettamente narrativo, continuare a cercarne di sviscerarne le derive più immediate senza cadere nel manierismo.
Anche per questo, il successivo "Inseparabili" inaugura un'ideale seconda fase nella sua filmografia, all'interno della quale esplora, tra le altre cose, il rapporto tra il corpo per sé stesso in relazione al tema dell'identità. Benchè l'organismo umano resta sempre centrale nella sua filosofia, la sua attenzione sembra ora rivolgersi in parte ad altro e, in questo primo film, esplora il legame tra gemelli, l'interconnessione intellettiva tra due corpi separati alla nascita che ben potrebbero essere un unico essere.





Lo spunto deriva da un caso di cronaca: Stuart e Cyril Marcus, fratelli gemelli, vengono trovati morti in un appartamento di Manhattan nel 1977, abbracciati l'un l'altro. Fatto tragico che infiamma l'immagininazione dell'autore canadese, il quale acquista subito i diritti di sfruttamento di una serie di articoli di cronaca a riguardo, nonché del libro "Twins" di Bari Wood e Jack Geaseland  basato sull'accaduto, ma riesce a completare il film solo undici anni dopo; inizialmente, per il ruolo dei gemelli, Cronenberg pensa a William Hurt o Robert DeNiro, ma entrambi declinano l'offerta, il primo per la complessità del doppio ruolo, il secondo perché ritiene disturbante il fatto di dover interpretare una coppia di ginecologi; il che si rivela paradossalmente una benedizione: Jeremy Irons, ottenuta la parte, crea un doppio ritratto stupefacente, dando vita due personaggi del tutto distinti, portati in scena contemporaneamente grazie ad uno dei primi utilizzi dello split-screen ibridato al camera control. Tecnica all'epoca rivoluzionaria che permette a Cronenberg di portare in scena in modo magistrale un racconto contemporaneamente estraniante e struggente.





Beverly e Eliott Mantle sono due gemelli che sin dall'infanzia hanno uno strettissimo rapporto reciproco, nonché un approccio clinico alla sessualità. Divenuti ginecologi di fama e successo, incontrano l'attrice Claire Niveau (Geneviève Bujold), la quale intreccia una relazione tossica con Beverly che presto coinvolge anche il fratello.





Gemelli, due corpi identici, separati solo talvolta anche sul piano fisico. Cronenberg parte da un'ituizione astratta che si fa presto concreta: i gemelli, forse, sono spesso un unico individuo, due persone che rappresentano due lati di un'unica personalità, talvolta talmente sfaccettata da garantire loro una forma di individualità, ma che resta lo stesso interconnessa, "sincronizzata". Si arriva a teorizzare l'inesistenza di un sistema nervoso autonomo tra i due: laddove gli scanner riuscivano a connettersi al prossimo grazie ai loro poteri, i due "Dead Ringers" sono congiunti (mortalmente) in maniera automatica e perenne. L'identità dell'uno è così un riflesso di quella dell'altro, distinta ma mai davvero autonoma.




Beverly, dal nome femminile, più sensibile, Eliott, più rude e cinico. Due caratteri diametralmente opposti: Beverly è il debole, Eliott il forte. Ma solo ad una percezione superficiale: Eliott è incapace di vivere senza Beverly, Beverly non è in realtà più intelligente di Eliott. Due esseri antitetici che si completano a vicenda, così divenendo un unico essere, tramite un'intesa inconscia inestricabile.
Da cui la funzione di elemento di disturbo di Claire Niveau, "nuova", esterna, una donna a suo modo sofisticata, un'attrice tanto volitiva quanto superficiale. E' Beverly a cadere vittima del suo fascino, dato anche dal suo corpo "mutante", caratterizzato da una cervice triforcuta; ma Eliott è a sua volta incapace di tenerle testa, di arginarne l'influenza sul fratello. La gelosia di Bev verso la donna lo porta all'autodistruzione.




La caduta in disgrazia del duo è ad oggi una delle testimonianze più lucide del dramma della tossicodipendenza (ed insieme al successivo "Il Pasto Nudo" rappresenta la prima parte di un ideale e perfetto dittico sull'argomento). Da perfetti membri della società, i due gemelli precipitano in una spirale che li porta ai limiti e sin'oltre la soglia della vita. Da cui l'intriseca debolezza, l'impossibilità di scindere un legame che li unisce fino all'ultimo. 
Al di fuori della loro unione, non hanno nulla, non la relazione di Eliott, non il successo delle ricerche di Beverly, non i risultati accademici e scientifici.
Il mondo di "Dead Ringers" è ostile, perfettamente immortalato in una palette cromatica metallica dalla bella fotografia di Peter Suschitzky (già collaboratore di Ken Russell e che da qui diverrà il dop di fiducia di Cronenberg praticamente per il resto della sua carriera). Un mondo dove tutto è all'apparenza ordinario, dove l'orrore si cela dietro una porta chiusa o all'interno del corpo. E' lo stesso Beverly a domandarsi come mai non si tenga in considerazione la bellezza dell'organismo interno al corpo, forse unica fonte rivelatrice di un "male" che può deviare l'essere umano; e non per nulla, quello di Claire è un organismo mutante che arriva ad infettare come una malattia quello dei due gemelli. Da cui la scelta estetica del rosso accesso per i camici dei chirurghi e, più in profondità, la paranoia verso una possibile mutazione umana che porta alla creazione dei celebri "strumenti chirurgici per donne mutanti", emblema di una psiche mutata piuttosto che di un corpo evolutosi verso una forma altra.




E' stato pur scritto diverse volte come di come Cronenberg qui faccia a meno per la prima volta di effetti speciali per la narrazione. Il che è clamorosamente falso. Non solo per l'uso del compositing per dar vita alla coesistenza dei gemelli su schermo, ma anche per la bellissima scena dell'incubo, nella quale dà vita con il suo solito magistrale tocco visionario all'orrore derivante dalla divisione fisica dei protagonisti (la quale va appaiata con una seconda scena onirica, tagliata in fase di montaggio, nella quale Eliott vede il fratello ricrescergli dal suo stesso corpo). 
Semmai, è più corretto sottolineare come non sia il corpo in sé stesso a divenire l'oggetto principale dell'indagine dell'autore, quanto il complesso mente-spirito, l'identità soggettiva in primis e come questa sia connessa all'organismo. Indagine svolta con un approccio clinico, rimuovendo ogni possibile risvolto voyeuristico, asciugando la narrazione e la messa in scena per creare un dramma dalla coltre fredda sotto la quale si dimenano le inquietitudini dei personaggi. Un approccio che esalta l'iniziale mistero del loro legame attraverso i bellissimi titoli di testa, per poi scavarne a fondo della psiche e far emergerne il dolore, riuscendo a colpire a fondo.




"Inseparabili" è così un piccolo capolavoro di tecnica e narrativa, un melodramma al contempo freddo e toccante in grado di scuotere nel profondo chi lo osserva, dando vita ad un duo di personaggi indimenticabili.

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