sabato 23 marzo 2013

Il Tempo dei Lupi

Le Temps du Loups

di Michale Haneke

con: Isabelle Huppert, Béatrice Dalle, Patrice Chéreau, Olivier Gourmet, Rona Hartner, Maurice Bénichou.

Post-Apocalittico/Drammatico

Francia, Austria, Germania (2003)









"Il Tempo dei Lupi" è senza ombra di dubbio il peggior film di Haneke: una pellicola dalle ambizioni smodate e puntualmente deluse, malriuscita e spocchiosa.
A seguito di una non ben specificata apocalisse, un gruppo di sopravvissuti si ritrova in un bunker.
E questo è quanto: la trama finisce qui; Haneke vorrebbe descrivere la situazione post-apocalisse, più che narrarla, ma non ci riesce.




L'approccio dell'autore è infatti totalmente sbagliato: partire dai caratteri dei personaggi per dare uno spaccato dell'umanità alla deriva; peccato che questi siano piatti e monocorde: non si può credere davvero alle situazioni mostrate, dove in uno scenario deprimente nessuno si lascia andare alla distruzione pura; incredulità che cresce se si tiene conto che il mondo che Haneke vorrebbe descrivere è di matrice puramente hobbesiana.



La società (secondo il grande filosofo inglese) è l'unico confine che separa l'uomo dalla belva (i lupi del titolo): venuta meno essa, l'essere umano regredisce a puro istinto distruttivo; Haneke decide testardamente di adoperare il suo solito stile sottrattivo: nulla viene mostrato e nemmeno suggerito, per tutta la durata del film si vedono solo dei poveracci disquisire su argomenti inutili; la tesi del film resta quindi relegata a mera intenzione, non riuscendo a giungere mai compiutamente allo spettatore.
Il mancato approfondimento delle ragioni che hanno portato alla catastrofe, se sulla carta poteva sembrare emblematico, risulta invece solo tedioso: davvero non ci si capacita di ciò che succede su schermo, nè si comprende in pieno la drammaticità della situazione se non a pellicola inoltrata; la tesi per cui è l'uomo che distrugge arbitrariamente sè stesso anche all'interno della società civile avrebbe potuto dare smalto o anche semplicemente un contenuto all'opera, ma viene del tutto negata per puri motivi di compattezza stilistica e narrativa.


Unica nota positiva è il finale disperato, in cui l'autore condanna la testardaggine dell'uomo che non vuole redimersi nemmeno quando ne ha la possibilità; ma è davvero ben poco: "Il Tempo dei Lupi" poteva essere un capolavoro, ma a causa della spocchia del suo autore resta una pellicola fredda e, in fondo, vuota.

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