con: Ezra Miller, Michael Keaton, Sasha Calle, Michael Shannon, Ben Affleck, Ron Livingston, Kiersey Clemons, Antje Traue.
Supereroistico/Fantastico/Commedia
Usa 2023
Si potrebbe quasi definire "The Flash" come un film maledetto. Questo perché la storia di come il Velocista Scarlatto di casa DC sia giunto finalmente sul grande schermo è costellata di rimandi, marce indietro, abbandoni forzati di autori, continui reshoot che hanno portato alla posticipazione dell'uscita in sala e non da ultimo dalla letterale perdita del senno di Ezra Miller, il quale ad un certo punto ha deciso di diventare una sorta di "aspirante nuovo Charles Manson" abbandonandosi a violenze, manipolazioni, sequestri e amenità assortite, il tutto rigorosamente perdonato dalla "giuria degli executives", i quali non lo hanno cacciato via dal franchise DC, né hanno fatto a gara ad allontanarlo dalle produzioni, a differenza di quanto accaduto altri suoi colleghi meno fortunati quali Johnny Depp e Kevin Spacey che pur sono stati riabilitati da un giudizio vero e proprio.
Fatto sta che alla fine anche Flash ha avuto un suo film in solitaria, dopo il cameo in "Batman v. Superman- Dawn of Justice" e la partecipazione al doppio film sulla Justice League.
Flash (o "the Flash" in originale) è uno dei supereroi più famosi di casa DC nonché uno dei più riconoscibili al mondo. Moderno Mercurio, il primo Flash, Jay Garrick, viene creato da Gardner Fox e Harry Lampert nel 1940 e diviene subito uno dei personaggi più riconoscibili e amati del fumetto americano.
Al pari di Lanterna Verde e Wonder Woman, anche il Velocista Scarlatto viene riconcepito nella Silver Age, dove , nel 1956. cambia identità e persino universo, in una rigenerazione operata sempre da Gardner Fox e dal celebre disegnatore Carmine Infantino. Il secondo Flash, Barry Allen, è ad oggi il più famoso e amato e la sua origin story la più celebre: poliziotto della sezione scientifica, viene conoinvolto in un incedente nel quale un fulmine colpisce dei reagenti chimici nel suo laboratorio di analisi. Ottenuta la supervelocità, Barry decide di prendere il nome Flash in omaggio proprio a Jay Garrick, che qui è... il protagonista di un noto fumetto che leggeva da bambino.
Nasce così la suddivisione in "Terre" degli eroi DC ed è proprio Barry Allen il primo a viaggiare tra le prime due: nel mitico "Flash dei Due Mondi" del 1961, Barry infrange la barriera dimensionale e si ritrova fianco a fianco di Jay Garrick, in quello che è il primo cross-over multidimensionale della storia del fumetto, oltre che il battesimo definitivo del concetto, oggi tanto in voga, di multiverso.
Ed è sempre Barry Allen ad essere protagonista di un altro primato nel fumetto supereroistico, ossia la prima vera morte importante in casa DC. Nel 1985, durante l'evento "Crisi nelle Terre Infinite", si sacrifica per cercare di fermare il piano di distruzione multiversale dell'Anti-Monitor, lasciando poi il mantello di Flash al suo pupillo Wally West, che ricoprirà questo ruolo sino al 2010 circa, quando Grant Morrison decide di resuscitarlo e restituirgli il ruolo di Flash principale.
Ma anche negli anni di assenza, l'ombra di Barry Allen è sempre stata presente nelle testate DC: il presagio di morte Black Flash, sorta di zombi che i velocisti vedono quando rischiano di morire, si scoprirà altri non essere che il corpo rianimato di Allen; allo stesso modo, la Forza della Velocità, sorta di dimensione dalla quale i velocisti traggono i loro poteri, si scoprirà generata dallo stesso Barry quando ha cominciato a correre e nella stessa si trova la sua anima, confinata lì dopo che l'Anti-Montior ne ha distrutto il corpo; senza contare come lo stesso fulmine che lo colpì causandone la trasformazione si scoprirà essere nient'altro che la sua stessa anima, generatrice di un loop temporale definitivo. Ed infine negli anni '90, sulle pagine di "Teen Titans", appare persino un Barry Allen da un mondo alternativo, bardato in una vistosa armatura rossa, versione cinica e spietata che affianca il più cauto e buono Wally West.
La sorte di Flash al cinema non è certo stata propizia: un film sulle sue avventure era in cantiere già all'indomani dell'uscita di "Batman Begins", per la regia del factotum David S.Goyer, ma, complice l'incapacità della Warner di pianificare le produzioni correlate, tale progetto naufraga definitivamente.
Più fortuna ha invece trovato nel medium televisivo, con ben due serie televisive di culto.
La prima e meno longeva esordisce nel 1990 e vede John Wesley Shipp vestire i panni di Barry Allen. Tipica produzione dell'epoca, con episodi autoconclusivi e una vena camp temperata solo dall'influenza del Batman di Tim Burton, il cui successo è stato il motivo della produzione, si segnala ad oggi solo per il cast (dove compare anche uno scatenato Mark Hamill nei pani di Trickster), per i valori produttivi e le musiche di Danny Elfman.
Mandata in onda contro la seconda serie de "I Simpson", chiude i battenti dopo solo una stagione, lasciando la tv orfana di una serialità supereroisitica degna di questo nome.
Le cose cambiano nel 2014. Dopo il successo di "Arrow", CW sforna un serial su Flash che si conclude quest'anno dopo ben nove stagioni. Anche questa è una tipica produzione figlia dei tempi, con il racconto di genere che si intreccia con le love-story dei personaggi finendo per annacquarlo, ma la trasposizione funziona e, sebbene con stagioni altalenanti, riesce persino a regalare emozioni. Nei panni di Barry Allen, Grant Gustin si dimostra perfetto con il suo fisico da corridore e ritorna persino John Wesley Shipp in ben tre ruoli: il padre di Barry, Jay Garrick e il Flash del 1990, che qui trova una conclusione alle sue avventure nel mega cross-over che traspone "Crisi sulle Terre Infinite". Non manca neanche il ritorno di Mark Hamill nei panni di ben due Trickster, oltre che al cameo di Ezra Miller nei panni del Flash del DCEU.
Si arriva così alla prima vera avventura filmica di Flash e le cose, come da tradizione nelle sue storie, si fanno complicate. A fare da base per lo script è infatti l'evento "Flashpoint" del 2011, il quale ha riplasmato l'universo DC facendolo transitare verso l'era di "New 52". Barry Allen, da poco tronato in vita, decide di viaggiare indietro nel tempo alla sua infanzia, quando sua madre è stata uccisa da un misterioso assassino facendo ricadere la colpa sul padre, al fine di salvare la genitrice. Così facendo finisce però per ricreare il mondo, andando a modificare non solo il suo destino, ma anche quello di tutti coloro che ha conosciuto: se lui si ritrova con una madre ma privo di poteri, Superman atterra a Metropolis anzicchè a Smallville e diventa una cavia da laboratorio per il resto della sua vita, Bruce Wayne muore durante la rapina che avrebbe dovuto uccidere i suoi genitori e questi diventano Batman (il padre) e il Joker (la madre), Cyborg è un'arma vivente al servizio del governo americano, mentre Atlantide e Themischyra sono impegnati in una guerra ultradecennale che porta lentamente il mondo verso la catastrofe. Barry deve così trovare il modo di recuperare i suoi poteri e risanare le cose e per farlo chiede l'aiuto di Thomas Wayne, un Batman decisamente più cinico e violento rispetto al figlio.
Su schermo, quella che era partita come una trasposizione più o meno fedele di "Flashpoint" ne diventa una rielaborazione, dove il Batman è di nuovo quello di Tim Burton e la catastrofe non viene portata dallo scontro tra Aquaman e Wonder Woman, ma dall'arrivo del generale Zod di Michael Shannon.
L'intento è chiaro, ossia creare non solo un film sul Velocista Scarlatto, ma anche una sorta di riscrittura del DCEU che spalanchi le porte alla ristrutturazione di James Gunn e Peter Sarafin; oltre, ovviamente, a rivendere al pubblico la nostalgia per il passato, per quel Batman stroncato negli anni '90 ma ancora imperituro nel cuore del pubblico.
Intenzioni ambiziose. Peccato però che alla fine "The Flash" sia un film fuori tempo massimo, benché tutto sommato non disprezzabile.
Perché se di bruttezza si può parlare, ci si deve riferire a quella CGI palesemente non finita. A tratti si ha la sensazione di vedere una copia-lavoro arrivata al cinema per errore, con i volti e i corpi del passato di Barry e delle versioni alternative di Superman che sono dei manichini appiccicati su schermo alla bene e meglio, prova di come la Warner abbia chiuso i finanziamenti del film e deciso di distribuirlo senza investire ulteriori capitali per evitare perdite eccessive, con risultati davvero sconcertanti. Resi ancora più incredibili dal fatto che invece molti altri effetti risultano ben riusciti, anche se non al pari con quelli di altre produzioni odierne. Tanto che quando tornano in scena i personaggi de "L'Uomo d'Acciaio", ci si rende conto di come un film di dieci anni fa risulti fatto meglio.
Se si riesce ad oltrepassare lo scoglio di una bruttezza visiva insostenibile anche se parziale, "The Flash" non è affatto un brutto film, anzi.
La storia di Barry Allen e il suo casino spaziotemporale bene o male funziona. Paga soprattutto la scelta di concentrare totalmente su di lui la trama, con Batman e Supergirl che sono praticamente dei semplici comprimari (persino sottoutilizzati) e il vero coprotagonista che altri non è se non una versione alternativa e immatura del protagonista. E paga persino la scelta di Ezra Miller come attore, che da una doppia performance efficacissima e divertente.
Una storia che la serie CW aveva già raccontato su piccolo schermo, ma che su grande schermo trova la sua ragione di esistere grazie alla spettacolarità, alla compattezza e al fatto che sia stata totalmente concentrata su Flash, senza neanche menzionare il ruolo della nemesi Reverse-Flash negli eventi, forse perché nei piani originali, oramai deragliati, doveva essere introdotto in un sequel diretto.
E Andy Muschietti, in cabina di regia, riesce finalmente sfogare la sua indole comica usando un umorismo massiccio e praticamente mai fuori posto, a differenza di quanto accadeva nel malriuscito "It- Capitolo Due", con un tono leggero e scanzonato che rende la visione davvero simpatica.
Dove risiede dunque il vero problema di "The Flash"? Semplice: nella più totale mancanza di originalità. La storia di un eroe che viaggia in mondi paralleli o linee temporali alternative per rimettere a posto le cose e magari salvare un suo caro è già arrivata sullo schermo con "Into" e "Across the Spider-Verse", "Spider-Man- No Way Home" e "Doctor Strange in the Multiverse of Madness" e "The Flash" non può certo contare sulla forza visiva dei primi due. Se fosse uscito a suo tempo, ossia circa cinque o sei anni fa, allora sarebbe sicuramente stato rinfrescate vedere le gesta di un eroe che combatte praticamente contro la sua incapacità di somatizzare il lutto, ma al giorno d'oggi storie del genere sono straviste. Quel che è peggio, già il Quicksilver di casa Marvel aveva dimostrato le potenzialità spettacolari dell'ipervelocità al cinema, castrando molte delle potenzialità offerte da Flash, che finisce quindi per perdere definitivamente ogni tipo di personalità.
Alla fine l'unico vero tocco di originalità viene data dal concetto di multiverso qui utilizzato, che fonde l'idea di mondi paralleli e di linee temporali alternative in uno stesso universo per creare un continuum spazio-tempo complesso, cosa che di solito viene scartata in favore dell'alternativa tra linea temporale e universo parallelo.
Il che è anche buffo se si pensa che, tutto sommato, come film "The Flash" ha più personalità di molti altri film supereroistici recenti, come "Shazam! Furia degli Dei", "Quantumania", "Morbius" e i due exploit su Venom.
Il Velocista Scarlatto arriva quindi ultimo al traguardo; la sua corsa è simpatica, ma affossata da troppi limiti e difetti. E si spera che ora James Gunn riesca davvero a risollevare le sorti di un universo narrativo che meritetebbe davvero molta più considerazione di quanta ne abbia mai avuta.
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