lunedì 18 febbraio 2013
Dredd
di Pete Travis
Con: Karl Urban, Lena Heady, Olivia Thirlby, Wood Harris, Rakie Ayola.
Azione/Fantascienza
Inghilterra, Usa (2012)
Premessa d'obbligo: il personaggio di Judge Dredd è una delle icone del fumetto inglese dei primi anni ottanta; apparso sulle pagine della rivista antologica 2000AD, caratterizzata da storie visionarie e volutamente provocatorie, ne è diventato subito il simbolo; Dredd è un "giudice di strada" di Mega City One, una delle Megalopoli che ospitano i soprvvissuti alla guerra nucleare in un' America desertificata; cinico e violento, Dredd è l'incarnazione della quinta essenza della Legge: persegue i criminali come una sorta di Robocop di carne e li giustizia seduta stante senza battere ciglio; il tono delle storie di cui è protagonista, però, è volutamente sopra le righe: lo scopo dei suoi autori, infatti, non è la glorificazione della giustizia sommaria e repressiva, bensì la satira graffiante e provocatoria di un sistema poliziesco fuori controllo; il fumetto di partenza, dunque, altro non è che una sorta di South Park ante-literam, con un protagonista volutamente caricaturale e sopra le righe, perfetta incarnazione del tatcherismo all'ora imperante in Inghilterra.
Trasporre un'opera del genere su pellicola è un'operazione, di fatto, assai ardua: il mix di violenza estrema e al contempo parossistica e di humor nero reso in immagini può scadere facilmente nella parodia involontaria; e, di fatto, la prima trasposizione filmica, quel "Dredd- La Legge sono Io" del'95 da tutti sottostimato, eliminava lo humor in favore di una narrazione avventurosa e spettacolare, lasciando le battute unicamente allo scialbo personaggio interpretato da Rob Schneider; trasposizione che, come accennato, scontentò tutti, fan del fumetto in primis (e non può non sucitare ilarità la critica secondo cui il protagonista veniva caratterizzato malamente per il solo fatto che alla fine del prologo si toglieva l'elmetto); ecco perchè nel 2012 Pete Travis e Alex Garland (sceneggiatore di fiducia di Danny Boyle) decidono di riportare su schermo il personaggio, stavolta con una produzione indipendete e, quindi, libera da restrizioni per i contenuti; il risultato, però, è tutt'altro che riuscito.
La trama è sempre quella: Dredd (Karl Urban) è un giudice di strada, cui viene chiesto di valutare la recluta Anderson (Olivia Thirlby), dotata di poteri esp; in risposta ad una chiamata, i due si ritrovano prigionieri nella torre di Ma-Ma (Lena Heady), violento capo di una gang di spacciatori.
Se il Dredd degli anni novanta era una pellicola riuscita, che potrebbe essere persino presa come modello per i blockbuster spettacolari e non stupidi, il Dredd del 2012 è il perfetto esempio di pellicola indipendente totalmente malriuscita: basata unicamente sulle scene d'azione, annoia dopo due minuti dall'inizio; questo perchè Travis e Garland (che si sono, a loro detta, alternati nel ruolo di regista) non hanno la minima idea di come costruire le scene: non c'è ritmo, non c'è inventiva nelle coreografie, non c'è suspense e il montaggio sembra fatto tanto così per incollare le singole inquadrature. Come se tutto questo non fosse abbastanza, i due autori dimostrano di non avere il minimo senso estetico: le scenografie, volutamente minimali, sono scialbe, la fotografia troppo luminosa per un film d'azione post-apocalittico e il design degli elmetti e delle moto (simboli dei giudici) semplicemente brutti; l'unica scelta stilistica azzecata riguarda gli effetti della droga SLO-MO: come il nome fa intuire, essa crea un effetto slow-motion su chi l'assume, creando immagini evocative quando a farlo è il personaggio di Ma-Ma, ma semplicemente tamarre quando ciò avvinene nelle scene d'azione.
L'unica nota davvero positiva deriva dal cast: nonostante siano coinvolti in una buffonata da due soldi, gli attori recitano i loro ruoli con serietà, senza mai andare sopra le righe; un plauso particolare va ad Urban, che s'impegna darrevo per rendere credibile e minaccioso il suo Dredd, nonostante manchi del phisique du role necessario.... e nonostante sia costretto ad indossare per tutto il film un elmetto tre taglie più grandi che lo rende una caricatura semovente.
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