lunedì 18 febbraio 2013

Lo Hobbit- Un Viaggio Inaspettato

The Hobbit- An Unexpected Journey
 

Di Peter Jackson

Con: Martin Freeman, Ian McKellen, James Nesbitt, Richard Armitage, Ian Holm, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee, Elijah Wood, Sylvester McCoy, Andy Serkis, Lee Pace, Benedict Cumberbatch.


Fantasy/Avventura 

Usa, Nuova Zelanda (2012)
 









Nove anni dopo il trionfo nelle sale de "Il Signore degli Anelli- Il Ritorno del Re", Jackson torna nella Terra di Mezzo tolkieniana dirigendo il prequel della famosa saga dell'anello; proggeto dalla genesi travagliata: avviato a metà del decennio scorso dalla MGM, per la regia di Guillelmo Del Toro, subì uno stop impovviso a causa dei problemi finanziari della major; tornati i diritti in mano alla New Line, fu riaffidato al regista neozelandese, il quale, durante le riprese, decise di aggiungere allo script originario, basato sull'omonino romanzo, delle parti tratte dall'appendice de Il Signore degli anelli; il risultato è una nuova trilogia che costituirà il punto di partenza effettivo della narrazione della vecchia trilogia: di fatto questo primo film comincia in medias res con la stessa scena con cui si apriva "La Compagnia dell'Anello".



60 anni prima dell'inizio del viaggio verso Mordor, Bilbo Baggins (Martin Freeman) è un hobbit pigro e pantofolaio, la cui vita lenta e paciosa viene sconvolta dall'arrivo dello stregone Gandalf (Ian Mckellen), che lo coinvolge in un'impresa ai limiti dell'impossibile: riconquistare il regno sotteraneo di Erebor, sottratto dal drago Smaug ai nani anni prima; Bilbo, all'inizio riluttante, s'imbarca nell'avventura unendosi alla compagnia di nani giudati da Gandalf e dal re nano Thorin (Richard Armitage).
Il paragone con "Il Signore degli Anelli" è d'obbligo: lì Jackson dirigeva un kolossal epico basato su un libro di più di mille pagine, dimostrando di non avere la minima padronanza tecnica del mezzo cinematografico: ritmo altalenante, costruzione delle scene zoppicante, dialoghi orrendi ed enfasi messa a caso rendevano difficile apprezzare la grandezza della produzione, nonchè impossibile appassionarsi davvero alle vicende narrate. 



Il rischio di bissare gli errori commessi in precedenza anche con questo nuovo capitolo sembrava, sulla carta, scontato: "Lo Hobbit" è una storia molto più semplice e lineare, poco spettacolare sopratutto nella prima parte, ossia quella che viene trasposta in questo "Un Viaggio Inaspettato"; per fortuna Jackson riesce a stupire: li dove "Il Signore degli Anelli" falliva, "Lo Hobbit" trionfa; la regia dell'autore neozelandese si fa finalmente, e per la prima volta in 25 anni di carriera, sicura e precisa: le scene sono impostate in modo plastico, poco viene lasciato al montaggio, i dialoghi sono scritti bene (pur non essendo eccezionali) e il ritmo, sia delle singole scene che della narrazione in toto, è fluido, mai troppo veloce, nè troppo lento (sebbene l'incipit con un triplo prologo sia un pò troppo barocco). Azzecate anche le scelte estetiche, una su tutte il flashback con la battaglia di Moria, dall'impostazione squisitamente pittorica, sottolineata da un ralenty che deve molto a Snyder, ma che per fortuna riesce a non essere troppo pacchiano.


La riuscita dell'opera si deve però anche al solido lavoro svolto in fase di sceneggiatura: infischiandone (finalmente) del purismo dei fans della controparte cartacea, Jackson e gli sceneggiatori (tra i quali figura anche Del Toro) decidono di allungare la storia di base, inserendo passaggi inediti, tratti, come detto, dall'appendice de Il Signore degli anelli o addirittura inventati ex novo; così facendo la narrzione viene spezzata, si fa meno lineare, più avventurosa ed eipica, decisamente coinvolgente; ottima, infine, l'idea di inserie un villain vero e proprio (che nella triologia precedente mancava): Uzog, l'orco bianco, arcinemico di Thorin; i due duellano in più parti del film, regalandoci scene dal forte impatto estetco ed emotivo.
Jackson, dunque riesce in una duplice impresa: ridare dignità filmica agli scritti di Tolkien e dimostrare di aver raggiunto (finalmente) la padronanza del mezzo cinematrografico; sperando, sempre, che non decida di perderla nuovamente con i successivi "La Desolazione di Smaug" e "Andata e Ritorno".


EXTRA
  
Uzog l'usurpatore, l'orco bianco, cavalcatore del mannaro albino, signore di moira, cavaliere del lavoro, presidente del consiglio dei ministri e pitipimm e pitipom ritrova il fratello gemello dal quale era stato meschinamente separato alla nascita...... KRATOS!

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